Coronavirus, controlli in strada: "Qua patente e motivo dell’uscita". Scattano 35 denunce

Il nostro viaggio tra i posti di blocco della polizia per capire come si applica il decreto del Governo

controlli di Polizia su automobilisti

controlli di Polizia su automobilisti

Milano, 11 marzo 2020 - Ore 15.30 , il posto di controllo della polizia è in corso Lodi all’altezza del civico 34. È uno dei presidi mobili delle forze dell’ordine per monitorare l’afflusso dei veicoli e verificare a campione che chi circola per le strade della città abbia la giustificazione per poterlo fare date le restrizioni in atto causa coronavirus. In base alle regole del decreto, i cittadini possono muoversi solo per "comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute", oppure se stanno rientrando a casa. Meglio ancora se si ha con sé il modulo dell’autocertificazione apposito (altrimenti viene compilato sul posto). Non tutti erano in regola: in totale sono state denunciate 35 persone.

Ecco i numeri complessivi comunicati dalla Prefettura: dalla Questura sono stati 95 i veicoli controllati su strada; 139 persone; 128 autocertificazioni ritirate. I carabinieri, nel corso di 21 interventi, di soggetti ne hanno monitorati 773: in 34 sono stati denunciati per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (rischiano l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro); 569 le autocertificazioni. Ancora: sono 106 le persone controllate dalla polizia stradale (una denuncia) mentre la polizia ferroviaria ha intercettato 1040 soggetti nelle stazioni, sottoposti alla compilazione dell’autocertificazione. Al lavoro anche la polizia di frontiera all’aeroporto di Linate: 353 controllati alle partenze nazionali e per l’area Shengen; 125 agli arrivi nazionali e Shengen. Dodici da territori extra Shengen. Dal 24 febbraio al 9 marzo, la polizia locale ha invece effettuato 3603 interventi per verificare l’ottemperanza all’ordinanza accertando 31 violazioni in generale (più altre 6 nell’area metropolitana milanese).

In corso Lodi, nel pomeriggio, i due agenti incaricati fermano cinque mezzi motorizzati in poco più di un’ora prima di spostarsi da un’altra parte e, nel frattempo, scattano altri controlli, come in via Dei Missaglia, periferia sud. In questo tratto di strada che si trova a qualche decina di metri da piazzale Lodi, quattro automobilisti e il guidatore di un furgone sono invitati a giustificare il proprio passaggio. Tutti collaborativi, ognuno spiega il motivo del proprio spostamento, nessuno alza la voce o si rifiuta di esibire la documentazione richiesta. "Arrivo da casa, devo andare in un’altra via della città per un appuntamento di lavoro" - dice uno dei cittadini, indicando oltre alle generalità anche il nome della sua ditta e mostrando i relativi documenti. 

Per prima cosa, i poliziotti trasmettono i dati - come sempre, da prassi - alla centrale operativa per verificare se la persona è regolare sul territorio, ha precedenti penali, è soggetta a rintraccio o ha sanzioni in sospeso. Poi scatta il controllo in più, quello per l’emergenza coronavirus, che comporta domande ulteriori, la verifica delle motivazioni dell’uscita, infine la compilazione del documento di autocertificazione. Delle cinque persone, due sono di Milano mentre tre arrivano da fuori città (per l’esattezza da Mediglia, Crema e Pavia), una sola ha con sé il modulo scaricato da casa (anche se in una versione non aggiornata) ma non ci sono problemi perché è la polizia a fornire la scheda. E tutti dimostrano di dover passare "per motivi di lavoro" risultando quindi in regola.

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