Emergenza Coronavirus: noi, bloccati da un mese in Nepal. Che incubo

Coppia di lombardi in viaggio nel Paese rimasto isolato. Incognita sul volo per il rimpatrio: tra gli italiani anche una donna incinta

Il comasco Pasquale Logallo

Il comasco Pasquale Logallo

Milano, 2 aprile 2020 - Hanno visto partire gruppi di francesi e tedeschi, svuotarsi giorno dopo giorno l’ostello dove alloggiano da quasi un mese a Kathmandu, capitale del Nepal. Pasquale Logallo e la compagna, 35 e 33 anni, attendono un volo che li riporti a Como, dove vivono, assieme a una cinquantina di altri italiani, tra cui ci sarebbe anche una donna al settimo mese di gravidanza, rimasti bloccati nello Stato himalayano quando è esplosa l’emergenza coronavirus. Una corsa contro il tempo, perché in caso di contagio rischierebbero di finire in un ospedale nepalese e nel Paese, rimasto isolato, rischiano di esserci seri problemi di approvvigionamento di cibo ed energia.

Il viaggio della coppia di lombardi è iniziato lo scorso 2 febbraio, quando sono arrivati in India. Da lì hanno varcato il confine con il Nepal il 6 marzo, mentre in Italia esplodeva l’emergenza sanitaria. E, da allora, sono rimasti bloccati. "L’India ha chiuso le frontiere – spiega Pasquale Logallo, che vive a Montano Lucino, alle porte di Como – i visti sono stati annullati ed è impossibile uscire dal Nepal". Nel frattempo anche in Nepal è scattato il lockdown, con negozi chiusi e trasporti aerei e terrestri interrotti da un giorno all’altro. "Ufficialmente ci sono stati cinque casi di coronavirus – prosegue – ma potrebbero essere molto di più visto che quasi nessuno fa il tampone. Per ora la situazione è relativamente tranquilla, abbiamo cercato di prenotare da soli dei voli ma sono stati cancellati. Attendiamo novità dal consolato, ci teniamo in contatto con gli altri italiani attraverso un gruppo WhatsApp". Alcuni italiani, infatti, erano bloccati in località ancora più remote, come la località di Pokhara, punto di accesso al circuito dell’Annapurna, un sogno per gli appassionati di montagna.

Si stanno occupando del rimpatrio la Farnesina e il Consolato generale d’Italia a Calcutta, ma sul volo del rientro c’è ancora un grosso punto di domanda. "Stiamo continuando a lavorare su un volo dedicato al gruppo dei cittadini italiani – si legge nell’ultima email inviata dal Consolato generale – che puntiamo di far partire da Kathmandu entro questa settimana. Il volo potrebbe essere operato in collaborazione con altri partner Ue e potrebbe avere come destinazione una capitale europea diversa da Roma". Nella seconda ipotesi il gruppo dovrà essere imbarcato su un altro aereo diretto verso l’Italia. Ma anche anche nel caso di un rientro diretto a Roma l’odissea non finisce, fra trasporti travolti dal lockdown e rigide prescrizioni da seguire. "Chi arriva dall’estero - si legge nella comunicazione - non può prendere mezzi di trasporto pubblici ma solo privati". Bisogna, inoltre, osservare la quarantena, che alcuni potrebbero essere costretti a trascorrere in "un luogo deciso dalla Protezione civile" con, specifica il Consolato, "spese a vostro carico".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro