Coronavirus, l'Ats di Milano: "Soglia critica 100 infetti al giorno"

Il direttore sanitario Vittorio Demicheli: col ritorno a scuola aumenteranno i casi, capacità di reazione a rischio

Tampone per il coronavirus in aeroporto

Tampone per il coronavirus in aeroporto

Milano, 8 settembre 2020 - L’obiettivo è non superare i 100 contagi al giorno sul territorio di competenza dell’Ats di Milano, perché superata quella soglia «la nostre capacità di reazione andrà in crisi». Un rischio concreto, perché «con la riapertura delle scuole è probabile che si accentui quella ripresa dei contagi» che è già in atto da giorni.

A lanciare l’allarme è il direttore sanitario dell’Ats di Milano, Vittorio Demicheli, che ieri è intervenuto a un convegno organizzato da Cgil, Cisl e Uil sulla sanità del dopo-Covid. «È importante che si mantenga alta l’attenzione sui comportamenti individuali che hanno rallentato la crescita di Covid-19 – spiega – finché stiamo sotto 100 casi al giorno, il che vuol dire circa un migliaio di persone da coinvolgere, tra interviste, contatti personali e di lavoro, il sistema non accumula ritardi» e si riesce a circoscrivere i focolai. La curva epidemica di Milano dimostra infatti che «man mano che la vita riprende regolarità, anche i contagi riprendono fiato». E la soglia critica dei 100 nuovi casi giornalieri nel Milanese rischia di avvicinarsi.

Secondo i dati diffusi ieri dalla Regione, nell’arco di 24 ore si sono registrati 47 nuovi casi nella Città metropolitana, fra cui 27 a Milano città. Si concentrano in quest’area, quindi, quasi la metà dei nuovi casi (109) scoperti in Lombardia. Si registrano altri sei decessi, mentre una nota positiva è l’aumento dei guariti e dei dimessi (+24). E i sindacati - intervenuti ieri con Melissa Oliviero (Cgil), Ciro Capuano (Uil) e Roberta Vaia (Cisl) - chiedono di imparare dagli errori del passato e «puntare sulla prevenzione e sulla sanità territoriale, a partire dai poliambulatori». Hanno invitato il sindaco Giuseppe Sala, presente all’incontro, a farsi parte attiva nell’individuazione dei luoghi fisici in cui dovranno sorgere questi presidi socio-sanitari di quartiere. Poi c’è il nodo delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale per la cura a domicilio dei contagiati, perché «32 medici per un territorio con tre milioni di abitanti sono insufficienti». Demicheli ha delineato il piano dell’Ats per Milano, che ruota attorno a servizi di prossimità, assistenza domiciliare e prevenzione, che «potrebbe partire tra poche settimane su alcuni municipi». Ma sul tavolo restano numerosi problemi da risolvere, fra cui quello del personale.

«È difficile assumere professionisti – spiega Demicheli – le graduatorie sono esaurite e ai concorsi per dirigenti medici si presentano meno candidati rispetto ai posti. Non riusciremo a surrogare queste carenze nell’arco di pochi mesi». L’ondata dei vacanzieri con 40mila persone da controllare, poi la preparazione dei certificati per consentire a chi è in quarantena di votare e l’attività per arginare focolai potrebbero avere ripercussioni sugli altri Livelli essenziali di assistenza (Lea), con difficoltà «nell’assicurare tutte le attività di controllo e vigilanza». Prossima frontiera l’antinfluenzale. Dal 15 ottobre «si comincia ma con priorità per i soggetti più fragili», fra cui anziani nelle Rsa e cronici. Per la Lombardia sono previste 2.5 milioni di dosi, e non dovrebbero esserci problemi di scorte. «L’idea che vaccinando contro l’influenza si semplifichi la diagnosi del Covid – avverte Demicheli – credo sia una speranza ottimistica»

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