Viaggiare ai tempi del coronavirus: "In carrozza tutta sola. Gel, distanza e corte sia"

Il racconto di una pendolare della linea Venezia-Brescia-Milano

Addetti specializzati eseguono la santificazione delle carrozze dei treni

Addetti specializzati eseguono la santificazione delle carrozze dei treni

Milano, 28 aprile 2020 - Ripresa. Ripresa nella normalità dell’anormale. “Surreale” è l’aggettivo che ricorre con più frequenza nel racconto di Elvezia Gamba, pendolare da Romano di Lombardia (Bergamo) sulla linea Venezia-Brescia-Milano. "La prima cosa che mi è mancata, sembrerà strano, è stata la sveglia alle 6.30. Poi mi è mancato il mio bar alla stazione, il sorriso delle ragazze al banco. Partenza prevista alle 7.53, pochi minuti di ritardo. Una volta salita a bordo mi ha impressionato non trovare quasi nessuno. Per una pendolare abituata a stare in piedi o a contendersi il posto con altri era una cosa surreale. Ero sola nella mia carrozza. Ho disinfettato poggiatesta e braccioli con l’Amuchina spray. È un’abitudine consolidata a cui non rinuncio. A bordo non ho visto nessun tipo di presidio e non ho visto il capotreno.

Viaggio tranquillo. Arrivo a Lambrate con quattro minuti di ritardo che per un pendolare è come arrivare in orario. Surreale anche lì. Abituati come siamo a camminare a plotoni, a urtarci, anche a strattonarci, mi sono trovata in uno scenario spettrale. Pochissima gente. Nessun treno e nessun controllo. Ho preso la metropolitana per raggiungere il mio posto di lavoro, in via Melchiorre Gioia. Il treno arriva dopo un minuto o due. Solito tempo di percorrenza. Ho trovato più gente, ma tutti educati, distanziati. Comunque, quando mi sono seduta ho messo la borsa di fianco a me. Ho visto una scena davvero bella.

C’era una ragazzo extracomunitario seduto senza mascherina né guanti. Una signora si è alzata, si è avvicinata al ragazzo, ha tolto una mascherina dalla borsetta e l’ha porta al ragazzo dicendogli: ‘Mettila, così ti proteggi’. Questa scena mi ha molto toccato. Credo che l’esperienza che stiamo vivendo ci cambierà nell’intimo tutti quanti. Quando mi chiedono se ho paura di viaggiare, rispondo di no, a oggi non ho paura. Le domande sono su quello che sarà in seguito. Cosa accadrà quando la ripresa sarà più generale? Il distanziamento verrà rispettato? Vedremo. È un work in progress. Anche se non credo che ci sarà un ritorno di massa sui treni. Molti andranno avanti con lo smartworking oppure viaggeranno in auto. Per me non cambierà niente. Il treno è il mio mezzo e nei quaranta giorni in cui sono rimasta a casa mi è mancato".  

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