Coronavirus, zone rosse e case di riposo: Fontana nel mirino

Anche i medici bocciano la gestione dell’emergenza. La procura indaga sui morti nelle Rsa. Commissione d’inchiesta regionale

Attilio Fontana, 68 anni, presidente della Regione Lombardia

Attilio Fontana, 68 anni, presidente della Regione Lombardia

Milano, 8 aprile 2020 - Una commissione d’inchiesta per accertare quanto avvenuto in queste settimane di emergenza sanitaria nelle Residenze sanitarie per anziani della Lombardia ed una seconda commissione, stavolta di verifica, per far luce su quanto avvenuto, sempre nelle stesse settimane, al Pio Albergo Trivulzio. Ad annunciarne l’istituzione è stato, ieri, Attilio Fontana, presidente della Regione. La prima farà capo direttamente all’esecutivo di Palazzo Lombardia, la seconda invece all’Agenzia di tutela della salute (ATS) della Città di Milano. In entrambi i casi si tratta di una risposta non più solo agli interrogativi e alle polemiche sulle centinaia di anziani che hanno contratto il Coronavirus e che per questo sono deceduti ma anche, indirettamente, agli accertamenti avviati dalla Procura di Milano.

E relativa alle Rsa è una delle sette contestazioni mosse sempre alla Regione dalla Federazione degli Ordini dei medici, dei chirurghi e odontoiatri della Lombardia in una lettera inviata all’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. Con ordine, allora. Nelle Rsa lombarde sono morti, dall’inizio della pandemia ad oggi, almeno 563 anziani. Un dato che potrebbe essere sottostimato. Al Pio Albergo Trivulzio i decessi sarebbero, da marzo, una settantina. Qui il governo ha già inviato gli ispettori mentre la procura ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. Ma i fascicoli aperti sul tema anziani sono più di uno e vi stanno lavorando i pm del dipartimento Ambiente, salute, sicurezza, lavoro guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano. Per ora si stanno muovendo soprattutto sul piano documentale, con l’analisi dei tantissimi esposti arrivati e delle carte presentate dalle varie strutture. Il Trivulzio è un ente formalmente autonomo ma a nominarne i vertici sono la Regione e il Comune di Milano.

Le Rsa sono gestite da privati ma alla Regione tocca la sorveglianza. Nel mirino è quindi finita la delibera con la quale Palazzo Lombardia, l’8 marzo scorso, ha dato la possibilità alle Rsa di accogliere pazienti Covid senza che fosse un obbligo e garantendone il ricovero in padiglioni separati e autonomi rispetto al resto delle residenze e con personale ad essi dedicato. Ieri ecco la reazione di Fontana e Gallera, che da un lato sottolineano che solo 15 Rsa su 708 hanno accolto pazienti Covid, per un totale di 150 contagiati sui duemila complessivamente trasferiti in altre strutture per dare ossigeno agli ospedali.

E poi l’annuncio delle due commissioni. Quella sul Trivulzio è presieduta da Vittorio Demicheli, direttore Sanitario Ats Milano, e vede tra i suoi componenti anche l’ex pm del pool di Mani Pulite, Gherardo Colombo, indicato dal Comune di Milano, per il quale presiede già il Comitato Antimafia. "L’organismo ha il compito di accertare i fatti con la massima trasparenza con particolare riferimento alle procedure adottate sin dalle fasi iniziali dell’emergenza Coronavirus" spiega Fontana.

E, come anticipato, le scelte sulle Rsa rappresentano uno dei 7 errori commessi dalla Regione nella gestione della fase iniziale dell’epidemia, secondo gli Ordini dei Medici lombardi, che hanno inviato una lettera a Gallera. Altro punto contestato è "l’incertezza nella chiusura di alcune aree a rischio". Il riferimento è alla zona rossa mai istituita ad Alzano Lombardo e Nembro, in provincia di Bergamo. Il sindaco di Nembro si è detto sconcertato "dal rimpallo di responsabilità tra Governo e Regione", mentre Fontana ha ribadito di averla chiesta il 3 marzo, richiesta però superata 5 giorni più tardi da Palazzo Chigi con l’istituzione della zona gialla in tutta la Lombardia.

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