Coronavirus, Sala: "Contrario a riapertura chiese per Pasqua"

Il primo cittadino di Milano: serve ordinanza che regolamenti il prezzo delle mascherine in farmacia

Beppe Sala

Beppe Sala

Milano, 5 aprile 2020 - "Da oggi per uscire in strada dobbiamo indossare una mascherina o, al limite, un foulard o una sciarpa. Lasciatemi dire che è un po'  disorientante ricevere questa disposizione dalla Regione Lombardia e sentire Borrelli, il capo della Protezione Civile persona che stimo, dire 'io non la metterò e terrò le distanze'". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato l'ordinanza della Regione che istituisce per i cittadini l'obbligo di usare mascherine, o comunque di coprire bocca e naso, quando si esce di casa.  "Però io voglio rimanere fedele a ciò che ho detto dall'inizio e cioè le ordinanze, le direttive vanno applicate e non discusse perciò non posso che dirvi applichiamo questa ordinanza della Regione Lombardia".

In merito alle mascherine, Sala chiede di regolamentare i prezzi nelle farmacie. "Questi non sono momenti normali e a mio parere va fatto. Certo è che chi è responsabile della sanità a vari livelli deve fornire le mascherine perché oggi non ne arrivano".

In merito alla riapertura delle chiese per Pasqua, come ha proposto il leader della Lega, Matteo Salvini, Sala si è detto contrario. "Mi sono sempre imposto in questo spazio di evitare polemiche e di usare toni moderati e lo farò - ha detto Sala nel suo video sui social - però a Matteo Salvini devo rivolgere una osservazione e una domanda, visto che chiede la riapertura delle chiese per Pasqua. Io non sono d'accordo perché penso che in questi momenti la propria fede possa e debba essere anche un fatto personale e privato. Ma la domanda è: se tu vuoi fare arrivare davvero ad aprire le chiese, se non è solo un titolo per un giornale, allora devi fare una cosa molto chiara - ha concluso - cioè devi chiedere o alla Lombardia o al Veneto, Regioni che governi, di fare un'ordinanza in questo senso. Altrimenti siamo sempre alla ricerca delle parole e non dei fatti".

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