Coronavirus: "I Navigli un deserto, serve un aiuto"

L’appello di Ilenia Gabriele (Blues Canal): "Quasi il 90% del fatturato in fumo, sospendiamo i versamenti tributari"

Un cartello ironico sul virus appoggiato su un ponte del Navigli

Un cartello ironico sul virus appoggiato su un ponte del Navigli

Milano, 1 marzo 2020 - «L’aperitivo sui Navigli? Da qualche giorno è “morto”". La diagnosi è di Ilenia Gabriele, titolare 27enne del Blues Canal in via Casale (oltre che della Buona Forchetta) che ha raccolto oltre 70 firme in pochi giorni per denunciare le difficoltà dei locali lungo i Navigli, colpiti in primis dall’ordinanza regionale (annunciata il 23 febbraio) che ha imposto la chiusura dalle 18 di bar, pub e discoteche per l’emergenza coronavirus. Poi, da mercoledì, la misura è stata ricalibrata, consentendo l’apertura anche dopo le 18 a bar e locali, con l’obbligo di limitarsi al servizio ai tavoli.

Ma la scelta non ha cambiato verso agli affari: "Registro un tracollo di fatturato fra l’85% e il 90%. I turisti stranieri si contano sulle dita della mano e gli italiani hanno paura" spiega Ilenia che gestisce una ventina di collaboratori. Ieri sera al Blues Canal attorno alle 19.30 c’erano solo cinque clienti: "Ma il deserto è lungo tutti i Navigli" puntualizza. Per tre giorni ha battuto palmo a palmo i locali lungo il Grande, via Vigevano e la sua via per far firmare una lettera rivolta al sindaco Beppe Sala: "Noi non ci siamo fermati mai. Abbiamo continuato ad alzare le saracinesche e sorridere a qualsiasi cliente" esordisce, facendo verso al celebre video virale #Milanononsiferma.

Eppure le preoccupazioni ci sono: quelle delle spese di affitto per i pub "dai 10 ai 20mila euro" al mese, dice Ilenia che personalmente ne spende circa "30mila euro" per le sue due attività. "E poi abbiamo gli stipendi, le tasse. Chi di noi sarà in grado di affrontare queste spese e al contempo continuare una vita dignitosa?". Quindi l’appello: "Vogliamo continuare a seguire i nostri sogni, continuare a garantire ai nostri collaboratori regolarità nel pagamento e i posti di lavoro attuali. Vogliamo continuare a contribuire a una Milano dai servizi eccelsi ma abbiamo bisogno del suo aiuto" scrive Ilenia rivolgendosi a Sala. Al primo cittadino non chiede miracoli ma un ruolo di "portavoce" al governo, con una richiesta, "il congelamento delle scadenze fiscali e contributive", già valido con un decreto del governo per la Zona Rossa.  

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