Cori, striscioni e 300 ultrà in strada Il saluto della Nord a "Zio Vittorio"

Milano, i funerali del capo della curva assassinato. Delegazioni di laziali e milanisti, assente Caravita

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di Nicola Palma

Omaggio doveva essere. E omaggio è stato. Tutto come da copione, non foss’altro che per mandare un messaggio di compattezza all’esterno e per smentire i rumors che parlavano di un leader divisivo e ormai mal digerito da molti. Ieri mattina trecento ultrà della Nord si sono radunati a Figino per dare l’ultimo saluto a Vittorio Boiocchi, assassinato dieci giorni fa da due killer poi scappati su una moto di grossa cilindrata. Niente a che vedere – anche per volere della famiglia – con i funerali ben più rumorosi e agitati di un altro capo curva ammazzato a colpi di pistola,il romano Fabrizio "Diabolik" Piscitelli.

Alle 10.30, la delegazione del tifo organizzato è già schierata sul marciapiedi di via Fratelli Zanzottera, di fronte alla chiesa di San Materno e a due passi dal punto (coperto da mazzi di fiori e sciarpe) in cui il sessantanovenne pluripregiudicato è stato colpito al fianco sinistro e al collo. Tre gli striscioni srotolati in silenzio, prima dell’arrivo del feretro e davanti alla vigilanza discreta degli uomini della Digos: "Curva Nord", "Boys San" (il gruppo fondato da Boiocchi) e "Ultras Lazio" (a ricordare lo storico gemellaggio). A coordinare le operazioni ci sono due membri di primo piano del direttivo, Nino Ciccarelli e Renato Bosetti. Due pure le assenze di peso: la prima è quella di Andrea Beretta, bloccato dal divieto di soggiorno a Milano che gli è stato affibbiato qualche giorno fa dal Tribunale con la sorveglianza speciale; la seconda è quella di Franchino Caravita, che con Boiocchi ebbe un plateale litigio sugli spalti nel settembre 2019 (poi smentito il giorno dopo con la foto che li ritraeva entrambi col dito medio). All’angolo con via Rasario compare un manipolo di milanisti in "borghese" guidato da Francesco Lucci, fratello del più noto Luca alias "Toro". Restano quasi tutti fuori, alla funzione religiosa partecipano soprattutto parenti e amici stretti, attorno alla moglie Gianna Pisu e alle figlie Liliana, Roberta e Valentina.

"È un dolore difficile da provare – dice una di loro rivolgendosi al padre –. Il tuo debito con la giustizia lo avevi pagato. Magari avevi sbagliato ancora, ma nessuno aveva diritto di toglierti la vita. Niente più di quello che è successo può ferirci maggiormente. Avevi dei veri amici, dei fratelli, i tuoi ragazzi e la tua curva. Quando ne parlavi non capivo, oggi sì. Hai lasciato tanto a tutti. Seppure pochi, sono stati gli anni più belli". All’uscita, i "suoi ragazzi" intonano per due volte il coro "Vittorio uno di noi". Poi i saluti, le lacrime, gli abbracci e il rompete le righe. Domani sera gli ultrà torneranno al secondo anello verde ("sgomberato" con la forza durante l’intervallo di Inter-Sampdoria proprio per rendere onore a Boiocchi), nonostante il divieto della Questura di introdurre bandiere, tamburi e megafoni. Sarà il primo test per capire chi ha preso (o prenderà) il posto lasciato vuoto dallo "Zio".

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