Coppola, condanna definitiva. Resta (per ora) latitante

Sette anni di carcere per bancarotta fraudolenta "Ora vedremo se e come verrà eseguita la sentenza"

Migration

Per l’immobiliarista Danilo Coppola, "ultimo dei furbetti del quartierino" attualmente latitante in Svizzera, è diventata definitiva la condanna a sette anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. La Cassazione ha confermato infatti la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano il 17 luglio 2020. Il verdetto era stato annullato con rinvio solo limitatamente alla rideterminazione della durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Al centro del processo le bancarotte del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima e di Porta Vittoria - società titolare di un progetto di rilancio dell’area residenziale milanese rimasto per anni una ferita aperta nel cuore della città - dichiarate fallite nel 2013, nel luglio 2015 e nell’aprile 2016. A carico di Coppola c’è anche un altro processo a Milano per bancarotta, scaturito da un troncone delle indagini sulla galassia delle sue società. Su di lui, inoltre, pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione nei confronti della società Prelios, proprietaria del complesso immobiliare Porta Vittoria a Milano.

Le autorità svizzere, però, finora hanno negato la consegna dell’imprenditore 55enne a quelle italiane per l’esecuzione dell’arresto, in quanto non riconoscono come punibile quel tipo di reato. Intanto Coppola sui suoi profili social, ormai da tempo, pubblica lunghi video e carte processuali con i quali attacca i magistrati per i vari casi giudiziari che l’hanno visto coinvolto. "La sentenza è definitiva, ora vedremo se e come partirà l’esecuzione della pena", spiega l’avvocato Ivano Chiesa, uno dei suoi legali. È possibile che nei prossimi giorni la Procura di Milano emetta un ordine di carcerazione per eseguire i 7 anni.

A.G.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro