Coppia gay separata dal lockdown:"Noi, trattati da cittadini di serie B"

L'amaro sfogo: "Se tutto andrà bene, riusciremo a vederci solo a luglio. Forse. Dopo cinque o sei lunghissimi mesi. Eppure, pago le tasse in Italia fino all’ultimo centesimo"

Da sinistra Tom e Alberto Milazzo, che vive a Milano

Da sinistra Tom e Alberto Milazzo, che vive a Milano

Milano, 27 maggio 2020 - «Anche ai tempi del coronavirus siamo cittadini di serie B. Per i gay i diritti non valgono, evidentemente. Discriminati anche per il Covid. Dall’inizio di marzo sto vivendo con mio marito una separazione forzata. Alla fine, se tutto andrà bene, riusciremo a vederci solo a luglio. Forse. Dopo cinque o sei lunghissimi mesi. Eppure, pago le tasse in Italia fino all’ultimo centesimo...». È l’amaro sfogo di Alberto Milazzo - scrittore palermitano, che vive tra Milano e Londra. Da fine febbraio, inizio marzo, non riesce a vedere il marito, Tom York, un giovane inglese che ha sposato in Gran Bretagna. «Per un po’ mi sono detto che c’è di peggio - racconta Alberto Milazzo in una intervista all’Adnkronos - perché ci sono state tante vittime del Coronavirus. Io stesso ho perso amici e parenti di amici in questi mesi. Ma, poco a poco, la storia è diventata un percorso a ostacoli, un esempio di malagestione».

Quella di Alberto e Tom è una storia di lontananza, pazienza, video messaggi, solitudine, ma soprattutto di «ostacoli imposti per ricongiungere me e Tom», dice lo stesso autore del libro ‘La morale del centrino’.  Alberto Milazzo a fine febbraio è arrivato a Palermo «per assistere alla prima dello spettacolo prodotto dal Teatro Libero di Palermo» e tratto dal suo libro. Lo spettacolo, subito dopo l’emergenza Coronavirus è naturalmente saltato. E le frontiere, nel frattempo, si sono chiuse. Alberto è rimasto a Palermo, dove vive anche l’anziana madre. Mentre Tom è rimasto a Londra. «Avrebbe dovuto raggiungermi da lì a poco ma i governi ce lo impediscono - dice Alberto - Ho chiamato chiunque, a partire dalla Farnesina. Ma non c’è niente da fare, per noi i diritti non valgono... Eppure, siamo regolarmente sposati e in Italia abbiamo fatto l’Unione civile». 

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