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Giacomo

Morri*

Gli effetti del megaevento Expo 2015 hanno contribuito, con una legacy di preziose infrastrutture e con una notevole visibilità internazionale, alla crescita e allo sviluppo di Milano. Sarà così anche per i giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026? A fronte di costi notevoli, non sempre i benefici che i mega-eventi sono in grado di generare riescono a essere catturati dalle città ospitanti e si registra anche un’ampia casistica di insuccessi. Esiste infatti un "effetto massa critica", tale per cui i grandi eventi sono in grado di rafforzare solo le economie già “forti”, pronte appunto a cogliere tali benefici. Noto è il caso dei giochi olimpici invernali di Lillehammer 1994, che dovevano essere utili per la valorizzazione dell’immagine della Norvegia come meta a livello internazionale, ma che hanno dimostrato che gli effetti economici non si mantengono in tempi lunghi se mancano alcuni presupposti: la ridotta dimensione della città (solo 25.000 abitanti) e la debole economia locale, non hanno consentito il permanere degli effetti economici positivi nel lungo periodo. Un altro esempio è rappresentato da Calgary che, dopo i giochi olimpici invernali del 1988, ha sentito il peso dell’eredità in quanto ha avuto pesanti difficoltà nel riutilizzare l’impiantistica sportiva e le altre infrastrutture. E ancora, per poterli ospitare, occorre una situazione contingente pronta, in grado di reggere la pressione organizzativa: la rinuncia alla candidatura ai giochi olimpici estivi da parte di Roma è una testimonianza tra le altre. Milano si trova oggi certamente in una situazione diversa e presenta una dimensione tale da poter beneficiare della visibilità ulteriore che ne deriverà. Inoltre, la base di partenza infrastrutturale è già buona, e il processo di riconversione di parti della città è già avviato, per cui le zone interessate, tra cui lo scalo di Porta Romana e la zona Rogoredo, costituiranno il completamento di un consolidato processo di rinnovamento cittadino. Da ultimo, ospitando solo una parte dei giochi, si dovrà fare carico solo di alcune infrastrutture olimpiche dedicate, buona parte delle quali tuttavia già pensate per un successivo utilizzo.

* Docente Bocconi

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