Coppia dell'acido, Martina Levato pienamente capace di intere e volere

Le motivazioni della condanna in Cassazione

Alexander Boettcher e Martina Levato quando vennero arrestati

Alexander Boettcher e Martina Levato quando vennero arrestati

Milano, 16 gennaio 2019 - Il «malsano rapporto di soggezione che legava Levato a Boettcher» non ha intaccato la capacità di intendere e di volere di Martina Levato che «ha prestato pienaadesione ai propositi aberranti del compagno, indicando i nomi dei giovani con i quali aveva avuto effusioni sentimentali, per poi partecipare alle aggressioni, con la piena consapevolezza di ciò che stava facendo e con la ferma volontà di ledere l'integrità fisica delle persone aggredite».

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, depositate oggi, del verdetto che lo scorso sette dicembre ha confermato la condanna per la coppia dell'acido (19 anni e sei mesi per Levato e 21 anni per Boettcher) con un lieve sconto di pena per il venir meno dell'associazione. A Boettcher, che voleva una condanna più ridotta facendo valere il fatto che aveva risarcito le vittime, gli ermellini hanno replicato che il risarcimento gli ha solo evitato una pena maggiore e che quel che ha fatto è di «spaventosa gravità» per i danni patiti dalle vittime rimaste sfigurate e per la totale assenza di «compassione». In particolare, per quanto riguarda Boettcher, i supremi giudici rilevano che correttamente per quanto riguarda il trattamento sanzionatorio la Corte di appello di Milano ha tenuto in conto «l'estrema gravità dei fatti connotati da peculiare violenza e distruttività, la realizzazione di condotte connotate da insensibilità e superamento dei più elementari sentimenti di compassione e di immedesimazione nelle sofferenze altrui».

Inoltre, la Suprema Corte ricorda anche «la spaventosa gravità dei danni patiti dalla persone offese (oggetto di aggressioni particolarmente cruente dato l'uso di sostanze corrosive e soggetti ad interventi chirurgici e a gravi danni permanenti, sia fisici che psicologici per la perdita dei connotati fisiognomici). A fronte di queste responsabilità nell'aver rovinato per sempre la vita ad almeno tre giovani, alcuni addirittura scambiati per un altro, la Cassazione replica alla difesa di Boettcher escludendo che la motivazione sul trattamento sanzionatorio possa essere inficiata dalle condotte risarcitorie «dato che il giudice dell'appello le ha congruamente valorizzate» attribuendo ad esse valenza inibitoria della 'reformatio in peius' invocata dal pubblico ministero.

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