Al lavoro sui "Campi Liberi": così si coglie il frutto dell'antimafia

I dipendenti e soci di Coop Lombardia in trasferta a Calstelvetrano

La delegazione lombarda

La delegazione lombarda

Milano, 22 ottobre 2016 - Stanno lavorando nei campi strappati alla mafia al fianco di chi, tutti i giorni, dà senso e gusto alla legalità, come la cooperativa Libera Terra che in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania dà lavoro a 150 persone (escluso l’indotto) in 1.400 ettari di terreno. Stanno dormendo in quella che era la villa affacciata sul mare di un affiliato di Messina Denaro, il capo dei capi, oggi trasformata nel “Nido di Rondini”. Dodici fra dipendenti e soci di Coop Lombardia sono a Castelvetrano, provincia di Trapani, per partecipare a un campo di lavoro aziendale con “Libera Terra - Rita Atria”. Sveglia all’alba per far scorrere oro verde dall’oliva nocellara del Belice, l’oliva della legalità; incontri con chi combatte la criminalità organizzata nelle aule di giustizia e con chi ha perso un familiare e lotta affinché non si dimentichi, uccidendo due volte. "È un’esperienza totalizzante che tocca le corde delle persone e le invita a capire cosa ci sia anche dietro un’etichetta – racconta Ettore Terribili di Coop Lombardia, che da quattro anni partecipa ai campi, accompagnando i colleghi –. È un modo per riscattare un territorio e invitare anche a un consumo critico". Lavorano, fanno incontri preziosi. "A questi campi partecipano ragazzi da tutta Italia, penso sia anche questa un’iniziativa di contrasto e abbia un valore simbolico – commenta Piero Grillo, presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani, che ha incontrato la delegazione lombarda –. L’utilizzo dei beni confiscati consente di riflettere sul fenomeno criminale, contrastando la connivenza e diffondendo una cultura diversa, che nasce da questa splendida terra". E che porta frutti e lavoro. "Ci occupiamo di terreni agricoli confiscati alla mafia – spiega Valentina Fiore, amministratore delegato del consorzio Libera Terra Mediterraneo –, permettendo il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e valorizzando la biodiversità. L’obiettivo è dimostrare, dotandoci anche dello strumento dell’impresa, che l’uso dei beni confiscati crea benefici al territorio e cambiamento, portando anche reddito e prodotti di qualità". Si lavora sulla trasparenza e si aprono le porte, con turismo responsabile e campi di lavoro. 

"Con i "Campi Liberi", dedicati ai nostri dipendenti e soci, vogliamo far loro vivere esperienze condivise dalla nostra cooperativa con Libera e Libera Terra – spiega Alfredo De Bellis, vicepresidente di Coop Lombardia –. Il progetto continua al ritorno: con la “Sagra del G(i)usto” stimoliamo chi ha partecipato a raccontare il percorso e i prodotti che arrivano dalle terre confiscate alla mafia. Le vendite dei prodotti “Libera Terra” sui nostri scaffali sono cresciute del 20%, arrivando a toccare 1.323.211 euro, un risultato insperato solo qualche anno fa. È una comunità che cresce e che diffonde una cultura di legalità e giustizia sociale".

 

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