Ora di pranzo. Alla banchina della fermata Duomo, linea gialla, 30 persone attendono il metrò. Non sono numeri da Milano prima del Covid, ma comincia a vedersi qualche presenza in più. "Si riesce a stare ben distanti, si trova posto a sedere", ripetono i passeggeri. Niente assalti. L’impressione è che, potendo scegliere, si preferisce spostarsi con mezzi alternativi. Per "difendersi" in metrò, su tram e bus, i passeggeri hanno tutti la mascherina. Ma non tutti portano i guanti, anche se sarebbe obbligatorio indossarli. "È un problema perché quando si è a bordo si toccano i pali, i sedili...ci vuole più rispetto", dice Aldo Massironi, 80 anni, che da Chiaravalle ha raggiunto il centro. Antonio Pettinato, ferroviere: "Ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi alla nuova segnaletica e ai percorsi differenziati. Arrivo da Paderno, ho lasciato l’auto in stazione Centrale e ho preso il metrò. Che impressione il sottopassaggio deserto". Non c’è folla alle fermate dei tram. "La gente ha paura, sta a distanza – assicura Clementina Galli –. Sul 3 ho sgridato due ragazzi perché si erano tolti la mascherina. Tutti rispettino le regole".
Fase 2 anche per le stazioni ferroviarie: passeggeri in ordine e senza affollamenti. In Centrale le misure di sicurezza funzionano (per ora) nelle ore di “punta”. "Arrivo da Pavia – racconta Sabrina Vettorello –. Più controlli che persone". A Cadorna controlli della polizia. E il neomanager Amazon, Luca Bonzanini, svela: "Mi sono laureato al Politecnico nel lockdown e subito ho trovato lavoro...Pensavo di spostarmi in auto da Parma, ho scelto il treno e non ho avuto problemi". Da Voghera Moreno Linguiti: "Ho preso il mio solito treno, tra segnaletica e annunci per chiedere il rispetto delle regole…colpa di chi le viola"
Federico Dedori
e Marianna Vazzana
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