Conto salato in arrivo per l’Europa

Achille

Colombo Clerici*

Siamo in una situazione di incertezza sul piano economico. Lo vediamo molto chiaramente dall’andamento del settore turistico, con prenotazioni cancellate, con il trasporto aereo che diminuisce, in generale gli investimenti programmati vengono cancellati; si tratta di una situazione di incertezza che colpisce molto più l’Europa che il resto del mondo: faccio mie le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi alla Camera. Quest’anno dovremo rinunciare al turismo dei russi, degli ucraini, dei bielorussi. Un preoccupante interrogativo grava sulle presenze americane, perché Oltreoceano la guerra è percepita come interessante l’intera Europa e non localizzata in Ucraina; e su quelle cinesi. Ma si prevedono anche effetti negativi pesanti (meno 30%?) su arrivi e presenze dai Paesi comunitari. Questa situazione colpisce il comparto immobiliare, residenziale e alberghiero in particolare, oltreché lo shopping, la ristorazione e le attività legate al turismo. I venti di guerra non incoraggiano di certo le vacanze. Qualche dato sull’apporto del turismo straniero alla nostra economia. Durante la Grande Recessione gli stranieri nel loro complesso hanno sostenuto il comparto evitandone il crollo (più 4% medio di presenze); nel 2019 i russi hanno rappresentato la seconda nazionalità per acquisti (12% del totale del mercato), tra l’inizio 2021 e inizio 2022 hanno speso il 78% in più rispetto al 2019, con Milano meta preferita per lo shopping (30% del totale nazionale). L’Italia è al terzo posto quale destinazione preferita (dietro Australia e Spagna) dei turisti americani. Gli Usa sono stati il secondo Paese per spesa (dietro la Germania): oltre il 67% della spesa è andata ad alberghi e villaggi, la maggior parte a favore di vacanze culturali in città d’arte. La presenza della Cina fino all’inizio della pandemia ha registrato aumenti del 15-16% annui. L’Italia rappresenta la meta preferita dei visitatori cinesi e primeggia in Europa superando Francia, Germania e Spagna. Anche se, va detto, i più affezionati all’Italia restano tedeschi e francesi, quello degli extracomunitari resta quindi un apporto estremamente rilevante all’economia italiana, in tutto il comparto turisticoalberghiero-commerciale ed edilizio-residenziale.

* Presidente Assoedilizia

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