Consulenze fantasma al Pirellone: tutti assolti in Appello

Annullata la condanna per truffa per l'ex assessore Zambetti, prescrizioni per gli altri tre imputati

Il Pirellone

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Milano, 24 settembre 2018 - Sentenza ribaltata e condanne annullate. Si è chiuso così il processo d'appello sulle presunte "consulenze fantasma" in Regione Lombardia che vedeva imputati per falso e truffa due ex assessori regionali e due ex consiglieri del Pdl. L'imputato principale è l'ex assessore lombardo alla Casa, Domenico Zambetti: in primo grado era stato condannato a 3 anni e 4 mesi di carcere per truffa, in appello è stato assolto "perchè il fatto non sussiste".

I giudici di secondo grado hanno anche assolto, in parte nel merito e in parte per prescrizione, gli altri tre imputati condannati dal Tribunale nel 2017: l'ex consigliere lombardo del Pdl Angelo Giammario (reduce da una condanna di 3 anni e 8 mesi nel processo di primo grado), l'ex capogruppo Pdl in regione Lombardia Paolo Valentini (condannato a 3 anni e 4 mesi nel primo grado di giudizio)  e Luca Daniel Ferrazzi, ex assessore lombardo all'Agricoltura (condannato a 2 anni e 4 mesi in primo grado, che ha rinunciato alla prescrizione ed assolto "perché il fatto non sussiste"). I giudici hanno anche disposto la revoca delle confische a carico degli imputati e dei risarcimenti a favore delle parti offese stabilite nel primo grado di giudizio. L'inchiesta, condotta dal pm Paolo Filippini, riguardava una ventina di "consulenze fantasma" affidate dagli imputati tra il 2008 e il 2012, durante la legislatura presieduta da Roberto Formigoni. Contratti che, secondo l'accusa, in certi casi sarebbero stati sottoscritti anche favore di amici e parenti per "soddisfare scopi diversi ed estranei" rispetto a quelli previsti dal mandato politico-istituzionale, tanto da provocare alle casse regionali un danno di circa 260 mila euro. Zambetti è noto soprattutto per la vicenda del presunto voto di scambio con le cosche della 'ndrangheta presenti in Lombardia. Il suo arresto, scattato nell'ottobre 2012, portò alla crisi della legislatura regionale e alle elezioni anticipate. Per questa vicenda venne condannato a 13 anni e 6 mesi in primo grado, con pena quasi dimezzata a 7 anni e 6 mesi in appello.

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