Consiglio sciolto: "Non è colpa di genitori e liceali"

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Il “Caso Leonardo“ con lo scioglimento del consiglio d’istituto, arriva a Roma. A scrivere al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, oltre che all’ufficio scolastico lombardo e milanese e al difensore civico della Lombardia, è Stefano Terraneo per l’associazione di genitori “Age“. "Le ingerenze sono solo una delle cause, non la principale, per lo scioglimento del Consiglio d’istituto del liceo scientifico Leonardo di Milano. Che non è stato sciolto a causa dei genitori e degli studenti", sottolinea Terraneo, analizzando il decreto nei suoi sette motivi. Sotto la lente l’"ingerenza nella potestà in materia didattica del Collegio Docenti", in particolare nell’elaborazione del Piano triennale dell’offerta formativa. Il Consiglio d’Istituto era composto da otto docenti, due rappresentanti del personale scolastico, quattro studenti, quattro genitori più il dirigente scolastico. "Se ingerenza c’è stata è stata maggiormente da parte dei rappresentanti dei docenti in Consiglio d’Istituto nei confronti dei docenti del Collegio Docenti. Docenti contro docenti insomma", sottolinea Terraneo, membro del Forags Lombardia.

Nel decreto si fa riferimento a una “bozza del Regolamento di organizzazione, valutazione e approvazione dei progetti extracurricolari“. "È strano che una bozza possa causare “indebite ingerenze”, dato che non è ancora definitiva". Oltre alla contestazione di verbali non pubblicati, l’associazione ricorda che "nel decreto non vengono mai nominati gli studenti eppure lo scioglimento del Consiglio d’Istituto li ha danneggiati. Li ha privati di 4 rappresentanti democraticamente eletti. Questo è un fatto, non una opinione. Si spera che la rappresentanza degli studenti sia presto ripristinata. Lo stesso vale per i genitori, per gli insegnanti, per gli Ata “operando nell’interesse esclusivo della comunità scolastica". Si.Ba.

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