Nuove regole Covid, Galli: No a condono sanitario con stessi obblighi per vaccinati e non

Per l'ex direttore di Malattie infettive del Sacco occorre pensare all'autunno e non ai dati di contagi e decessi odierni

Massimo Galli

Massimo Galli

La fine dello stato di emergenza e l'allentamento delle misure anti Covid previste nel nuovo decreto con l'addio alle mascherine al chiuso dal 30 aprile e la rimodulazione dell'obbligo di Green pass dall'1 maggio, suscitano perplessità tra gli esperti, anche alla luce del recente aumento dei contagi. Oggi il bollettino Covid registra 76.250 nuovi casi e 165 decessi. In questa fase della pandemia "se da una parte ci vogliono, per le misure anti Covid, flessibilità e applicazione intelligente, dall'altra non possiamo nemmeno fare un ''condono'' sanitario, con vaccinati e non che, alla fine, hanno gli stessi obblighi. Non possiamo ragionare sull'oggi o sul mese prossimo. Si deve ragionare su quello che potrebbe succedere in autunno". Lo ha detto Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, commentando le decisioni del Governo per un progressivo allentamento delle misure anti Covid. Galli precisa che il no al condono sanitario "non deve essere inteso come volontà persecutoria nei confronti degli inadempienti, ma come sicurezza per tutti. Se si fa un condono fiscale è chiaro che lo Stato recede dal diritto di ricevere determinati tributi ed è un po' una fregatura per chi ha regolarmente pagato le tasse. Ma la situazione è molto più complicata se la cosa su cui vieni leso nei tuoi diritti è una questione che riguarda la tua salute. Chi non si è vaccinato mette a rischio anche gli altri, non solo per la circolazione del virus ma anche perché, intasando gli ospedali, ha tolto la possibilità alle persone che avevano le più diverse malattie di poter usufruire degli ospedali quando ne avevano correttamente bisogno".