Imprenditore già condannato per associazione mafiosa usa prestanome: sequestrate 4 aziende

L'uomo, residente in provincia di Milano, opera nel settore delle cave

Agenti Dia in azione (Ansa)

Agenti Dia in azione (Ansa)

Era già stato condannato per traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, eppure questo non gli ha impedito di continuare a gestire i propri traffici. Come? Attraverso dei prestanome, con i quali aggirava la normativa antimafia. La Direzione investigativa antimafia di Milano ha dato esecuzione ai provvedimenti cautelari nei confronti di Pietro Paolo Portolesi, imprenditore di origine calabrese e residente in provincia di Milano, per il quale sono stati disposti arresti domiciliari e sequestro di beni per oltre cinque milioni di euro. E' stato eseguito il sequestro preventivo - provvedimento che viene assunto quando è necessario bloccare la possibile prosecuzione di un reato - di quattro complessi aziendali, con volumi d'affari nell'ultimo anno di oltre 8 milioni di euro, numerosi beni mobili strumentali e conti correnti. L'imprenditore operava nel settore delle cave, del trasporto e dello stoccaggio di materiali inerti e di rifiuti da demolizione, formalmente gestito da prestanome, ma nei fatti diretto unicamente dall'indagato.

Una delle società riconducibili a Portolesi si sarebbe infiltrata come "sito di conferimento delle macerie nei lavori oggi in corso di esecuzione all'interno del cantiere per la realizzazione (anche) del villaggio olimpico per i Giochi invernali dell'anno 2026", ossia per le "opere connesse alla riqualificazione dello scalo ferroviario di Milano-Porta Romana". Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip Anna Calabi, su richiesta del pm Silvia Bonardi.

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