Concorsi pilotati università, chiusa inchiesta per 25 indagati. C'è anche Massimo Galli

La difesa dell'infettivologo: "L'ipotesi accusatoria risulta fortemente ridimensionata, risponde solo di un episodio, per il quale gli è stato contestato il reato di falso e turbativa"

Massimo Galli

Massimo Galli

Milano, 30 settembre 2022 - Chiuse le indagini sui presunti concorsi pilotati per i posti di professore e ricercatore all'Università Statale di Milano, in particolare nel settore della sanità. Si tratta di una decisione della Procura di Milano.  Dall'originario procedimento penale "sono stati formati autonomi fascicoli processuali in relazione alle singole vicende concorsuali, e sono stati quindi notificati gli avvisi a venticinque indagati" tra cui l'infettivologo Massimo Galli. "Le ulteriori posizioni per le quali vi è stata iscrizione nel registro degli indagati sono rimaste nel procedimento principale e verranno definite separatamente", si precisa nella nota del procuratore di Milano Marcello Viola.

Nei confronti di Massimo Galli le contestazioni sono state però 'limate'. "L'ipotesi accusatoria risulta fortemente ridimensionata rispetto a quella iniziale", spiegano i difensori del medico, gli avvocati Ilaria Livigni e Giacomo Gualtieri. Massimo Galli risponde solo di un episodio, per il quale gli è stato contestato il reato di falso e turbativa. I due legali hanno aggiunto che "dopo aver avuto la copia" degli atti "faranno le loro valutazioni".

Inizialmente, come emerso dalle acquisizioni e dalle perquisizioni dell'ottobre 2021, Galli, infettivologo ora in pensione, ex primario del Sacco diventato volto noto durante le fasi più drammatiche della pandemia Covid, era accusato di tre presunti episodi di turbativa d'asta e di due di falso perché avrebbe favorito, ipotizzavano i pm, candidati da lui stimati e ritenuti preparati. Accuse che sono state di molto ridimensionate. Con la chiusura delle indagini, infatti, per Galli è rimasto solo un 'capitolo' per le accuse di turbativa e falso, quello che riguarda anche Agostino Riva, suo stretto collaboratore e che fu il candidato vincente nel 2020 di un "concorso" per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell'apparato digerente. Secondo l'ipotesi d'accusa, Galli avrebbe alterato il "concorso", come era emerso dagli atti, intervenendo come componente della "commissione giudicatrice" sul verbale di "valutazione dei candidati": in questa veste avrebbe attestato che il «prospetto contenente i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale» nel corso di una riunione da remoto del febbraio 2020, mentre, risulta dagli accertamenti, sarebbe stato «concordato» solo dopo. Per l'accusa, sarebbe stato lo stesso Riva a indicare i "punteggi" che doveva attribuirgli la commissione. Chi si era visto penalizzato, Massimo Puoti del Niguarda, però, aveva comunque manifestato, dopo la notizia dell'indagine in corso, la "massima stima" nei confronti di Galli. Le altre contestazioni al professore, compresa quella iniziale anche per lui di associazione per delinquere, sono state stralciate in vista di una richiesta di archiviazione.

Con la conclusione delle indagini i pm hanno pure ridimensionato altre imputazioni per altri indagati. Con il blitz del 2021 erano state indagate 33 persone, tra cui molti docenti universitari. Poi il numero di indagati è salito ancora e alla fine sono rimaste 25 posizioni nelle chiusure dei vari fascicoli 'creati'. Le altre sono destinate a richieste di archiviazione.

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