San Siro, tornano i concerti: c’è Elton John

Dopo due estati di stop, al Meazza undici show: domani sera c’è il rocket man. L’assessora Riva: il nuovo stadio? Ascolteremo le richieste di Redbird

L'assessora Martina Riva

L'assessora Martina Riva

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Milano Rock City. Dopo due estati di stop per il Covid, domani sera torna la musica allo stadio di San Siro con il concerto di Sir Elton John. Il programma degli show al Meazza prevede 11 show e nove artisti. Dopo l’esibizione del “rocket man’’ inglese giunto al suo tour d’addio, sono in programma i concerti di Cesare Cremonini (13 giugno), Marco Mengoni (19 giugno), Rolling Stones (21 giugno), Salmo (6 luglio), Guns N’ Roses (10 luglio), Alessandra Amoruso (13 luglio), Max Pezzali (15 e 16 luglio) e Ultimo (23 e 24 luglio). A parte Cremonini e Stones, gli altri sette artisti o band sono all’esordio assoluto nella Scala del calcio "e del rock", per usare la definizione del leader delle “Pietre Rotolanti’’ Mick Jagger. Non solo. Con gli 11 show fissati quest’anno, il numero totale di concerti al Meazza salirà fino a quota 141. Sì, perché finora si era arrivati a 130: dal primo spettacolo del 27 giugno 1980, quando Bob Marley fece ballare quasi 80 mila spettatori, all’ultimo dell’era pre-Covid, i Muse il 13 luglio 2019. Sul podio di San Siro restano sempre Vasco Rossi con 29 concerti, Luciano Ligabue con 12 e Bruce Springsteen con 7. Storia a parte, abbiamo parlato della ripresa dell’attività musicale alla Scala del calcio e del rock con l’assessora comunale comunale allo Sport e al Turismo Martina Riva.

Assessora Martina Riva, i concerti a San Siro sono un ritorno alla normalità ma anche un’occasione di rilancio ulteriore per Milano?

"Sì e mi verrebbe anche da aggiungere “finalmente”. Sono stati due anni drammatici, specie per la nostra regione e per la nostra città, ma devo riconoscere che sono rimasta io per prima molto colpita dalla resilienza di Milano. I dati dello scorso aprile ci dicono che a grandi linee siamo già tornati al livello di affluenza di visitatori del 2019, che all’epoca consideravamo l’anno dei record. Vuol dire che in giro c’è tanta voglia di ripartire e di lasciarci questi ultimi anni alle spalle. Ma vuole anche dire che Milano si sta facendo trovare più pronta che mai: con queste premesse sognare in grande è doveroso, prima ancora che possibile. Ricordiamoci sempre che le Olimpiadi del 2026 sono dietro l’angolo e dobbiamo arrivarci preparati".

Gli eventi musicali possono contribuire a far aumentare ulteriormente i turisti in città?

"Certo. Tutti gli eventi che ospitiamo possono fornire un contributo alla capacità attrattiva della città. Noi come assessorato al Turismo dialoghiamo costantemente con tutti gli altri assessorati per mettere in piedi un palinsesto che spazi a 360 gradi, dalle manifestazioni sportive a quelle di carattere artistico e culturale. Una città internazionale come Milano deve sapersi confermare ai vertici in ogni ambito".

Quali sono i suoi artisti preferiti?

"I Coldplay, Vasco che ci ha appena regalato uno degli spettacoli più belli di sempre all’Ippodromo di San Siro, certamente Ligabue. Ricordo ancora lo striscione che ho preparato per il suo concerto al Forum di Assago nel 2008 con le mie amiche: “Ligamucche per Ligabue”. Ho una passione particolare anche per l’ironia del Pagante".

Si sente un’assessora più rock o più pop?

"Entrambi, ma il suono della città è sicuramente trap. E va seguito".

Ha mai assistito a un concerto a San Siro?

"Certo! Il più bello di sempre è stato quello dei Coldplay (3 e 4 luglio 2017, ndr ). Poi non mi scorderò mai quello dei Negramaro, per cui con la mia amica Elena abbiamo trovato i biglietti mezz’ora prima".

A proposito del futuro di San Siro, il cambio di proprietà del Milan dal fondo Elliott al fondo Redbird di Jerry Cardinale può far cambiare qualcosa nel progetto dei club sul nuovo stadio e nei rapporti tra Comune e club?

"Mi pare presto per dirlo. Ascolteremo con attenzione le proposte che la nuova proprietà del Milan vorrà prospettarci. Di sicuro anche il Comune ha interesse a che le due squadre milanesi possano dotarsi degli strumenti adeguati per poter tornare a competere ai vertici anche a livello internazionale".

Al di là del nuovo stadio, si potrebbe fare un tentativo di salvare il Meazza, magari utilizzandolo anche per altri sport come rugby e calcio femminile?

"Tutto è astrattamente possibile, ma poi in concreto bisogna sempre ricordare che San Siro ha una capienza di 80 mila spettatori e costi di manutenzione enormi. Del resto un tempo gli stadi si facevano di queste dimensioni. Credetemi, sarei l’assessore allo Sport più felice del mondo se il rugby milanese o il calcio femminile milanese riuscissero ad arrivare a numeri simili, ma purtroppo al momento mi pare poco verosimile e quindi una soluzione del genere, dal punto di vista economico, mi sembrerebbe poco sostenibile".

 

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