Con la cultura si mangia (eccome): trentamila presenze per Ville Aperte

Successo dell’iniziativa che ha messo in vetrina i 180 gioielli del territorio, con 53 Comuni in vetrina. Dallo splendido Castello visconteo a Casa Bassi, che fu della pronipote di Manzoni, e alla collezione Crivelli

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di Barbara Calderola

Trentamila presenze in due weekend, quasi 800 visitatori per i gioielli di Trezzo: Castello, Casa Bassi e la Quadreria Crivelli, tre fra le mete più amate dai turisti di Ville Aperte. Numeri record per il ventennale della manifestazione alla scoperta dei tesori del territorio fra cinque province, 180 beni a disposizione con 53 comuni in vetrina. Regina incontrastata nel cuore del pubblico, la rocca viscontea con i suoi miti e le sue leggende. A partire dal nucleo originario, che la tradizione lega a Teodolinda e ai Longobardi.

La fortezza con vista mozzafiato sulla valle dell’Adda e l’occhio che corre fino al Duomo e alla madonnina quando il cielo è terso, ha lasciato senza parole chi non l’aveva mai vista. A sceglierne la posizione strategica fu l’imperatore Federico Barbarossa in lotta con i comuni ribelli, la volle per proteggere Milano dagli attacchi del contado e il suo fascino è immutato da quasi un millennio.

I resti che hanno resistito al tempo sono quelli della costruzione del 1360 di Bernabò Visconti. Il signore ne fece una rocca inespugnabile. Caratteristici i ruderi del maniero e i sotterranei, che culminano con l’imponenza di una torre in pietra di fiume alta 42 metri, una vera finestra sul mondo. Tour ancora più magico grazie alla presenza di dame e cavalieri che hanno catapultato gli appassionati indietro nel tempo fino al Medio Evo.

Seconda tappa fra le più gettonate della kermesse, Casa Bassi, la dimora di Margherita Trotti Bentivoglio, pronipote di Alessandro Manzoni, costruita su antichi edifici trecenteschi, da quattro secoli proprietà della stessa famiglia. Due le attrazioni che hanno fatto il tutto esaurito, la facciata monumentale e il giardino sul retro dominato dalle piante originali di fine Ottocento. Tutti affascinati anche davanti alla collezione Crivelli e al suo pezzo forte, la Madonna con Bambino di Bernardino de’ Conti, allievo di Leonardo da Vinci, forse la mano più felice della scuola del grande genio rinascimentale, ospite di Francesco Melzi d’Eril, nella vicina Vaprio, a inizio Cinquecento. Occhi spalancati pure sul piccolo dipinto a soggetto di San Carlo, sulla coppia di "Sibille", sulle "Tentazioni di Sant’Antonio" e sulle tele di Scuola Francese, "Mosè salvato dalle acque" e "Tobiolo e l’Angelo".

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