Comunali, un altro "no". Fare il sindaco non attira più?

Dopo Dompé, anche Capasa si sfila dalla rosa dei candidati sindaci del centrodestra. Il salto in politica non convince molti imprenditori

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di Massimiliano Mingoia

Un altro "no, grazie". Non sarà l’ultimo, molto probabilmente. Dopo il passo indietro dell’imprenditore Sergio Dompé, anche il presidente della Camera nazionale della Moda Carlo Capasa fa sapere al centrodestra che non gli interessa una candidatura a sindaco alle elezioni comunali del 2021. "Ringrazio molto della stima nei miei confronti – scrive Capasa in una nota –. Apprendo con sorpresa la notizia, in quanto nessuno mi ha contattato. Avrei risposto che non sono interessato a un percorso politico, le mie energie sono dedicate a continuare a portare avanti il mio lavoro nell’Associazione che presiedo".

Un secondo, cortese, "no", insomma. A cui si somma quella risposta a caldo "sono lusingato dalla proposta e sto pensando se sia possibile conciliare i miei impegni da chirurgo e da professore universitario con il ruolo di sindaco" di Paolo Veronesi, parole che sono sembrate anche un modo per prendere tempo prima di dire "no", perché conciliare il ruolo di medico e di presidente della Fondazione Veronesi con una campagna elettorale ed eventualmente un impegno da primo cittadino di Milano è impossibile, come ha fatto subito notare l’attuale sindaco Giuseppe Sala all’"amico Paolo". Risultato: finora nessuno dei “papabili’’ tirati fuori da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia durante il vertice di martedì scorso a Roma sulle Comunali 2021 ha detto di essere pronto a scendere contro Sala o, in caso di passo indietro dell’ex manager Expo, contro un altro candidato targato centrosinistra.

È il segno dei tempi. Fare il sindaco, per un esponente della società civile, ancora di più se di successo e con una ricca dichiarazione dei redditi, sembra meno interessante che in passato.

Certo, c’è l’aspetto della passione politica, se esiste, che può far andare oltre il non proprio esaltante stipendio da primo cittadino, considerando le responsabilità e i rischi a cui va incontro chi governa una città come Milano. Certo, diventare un personaggio pubblico riconosciuto per strada dai cittadini può essere ancora una prospettiva eccitante per molte persone. Ma la possibile gloria non sempre fa mettere in secondo piano gli aspetti più negativi di un impegno 24 ore su 24 per una metropoli come Milano, che oltretutto sta vivendo uno dei momenti più tragici della sua storia e ci metterà anni prima di correre come faceva prima dell’emergenza coronavirus e della conseguente crisi economica. Dunque, statene certi, i "no" sopra citati non saranno gli ultimi. Persino Sala non ha ancora deciso se fare il bis in Comune o scegliere un’altra strada. Un segno dei tempi anche questo?

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