Comunali, Albertini si scalda "Lotta a degrado e abusivi"

L’ex sindaco delinea le battaglie per Milano, usa il dialetto e imita Tremonti. Salvini apre: parlare con Gabriele della città che verrà è stato un piacere

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di Massimiliano Mingoia

Gabriele Albertini è pronto a scendere in campo, anche se ancora non lo dice pubblicamente. L’ex sindaco – in questo momento il nome in pole position come candidato primo cittadino del centrodestra per le elezioni comunali – ieri ha parlato del futuro di Milano, ma non ha fatto cenno alle sue intenzioni per la sfida di Palazzo Marino contro l’attuale sindaco Beppe Sala. Un modo per far capire che lui c’è, ma per lasciare il tempo ai leader di Lega, FI e FdI di prendere una decisione.

Una linea confermata dal segretario del Carroccio Matteo Salvini ("sul candidato sindaco decideremo insieme") che, parlando ad Antenna 3 della sua telefonata di lunedì con Albertini, sembra dare una spinta alla candidatura dell’ex primo cittadino: "Aver sentito dopo tanto tempo Albertini che parla delle Olimpiadi, della metropolitana, della Milano che verrà, dico che è stato bello aver parlato la stessa lingua, un estremo piacere". Parole importanti, perché i rapporti tra Salvini e Albertini, dal 1997 ad oggi, sono stati caratterizzati più da bassi che da alti.

L’ex sindaco con un passato politico in Forza Italia, Scelta civica e Nuovo centrodestra, intanto, parla del futuro di Milano con Libero Tv: "Siamo in una città molto pragmatica, con una comunità che guarda alle cose più che agli spettacolini mediatici. Una città che vuole essere amministrata con serietà, impegno, onestà, capacità di fare, volontà di crescere. Qual è il più grave cruccio dei milanesi oggi? Più che il traffico, che pure è un problema rilevante in una città attrattiva come la nostra, il vero problema è il degrado, che non è solo nelle periferie, a volte è pure in luoghi semicentrali o centrali. Ci sono delle aree dove qualcosa non funziona, magari a causa di piccoli edifici fatiscenti o della carenza di servizi e attività commerciali. C’è anche il problema della sicurezza. In alcuni quartieri ci sono molte case popolari infestate dalla presenza di abusivi che compiono atti criminali. È un problema da va affrontato con vigore e risolto. Noi, nel doppio mandato amministrativo, avevamo provato a trasformare la nostra città in una Milano policentrica, abbiamo investito molto nella rigenerazione urbanistica: 11 milioni di metri quadrati. La vera soluzione del problema centro-periferie è una Milano policentrica".

Albertini, alla fine, fa ricorso anche al suo approccio “pop’’, dal dialetto milanese all’imitazione di Giulio Tremonti. A proposito di detti popolari meneghini, ne cita quattro: "Te lauret semper, Mai cuntent, Coeur in man e Fa i rob giust. Questi quattro proverbi milanesi sono le caratteristiche della Milano che il sindaco deve interpretare".

Il parlamentare Maurizio Lupi commenta: "Albertini candidato? Vedremo insieme a lui, se son rose fioriranno". Ma tra i papabili candidati sindaco, Lupi resta in corsa, mentre Roberto Rasia e Simone Crolla sono dati in netto calo. Intanto Sergio Scalpelli, assessore con Albertini come Lupi, minaccia di lasciare il centrosinistra e sostenere Albertini nel caso in cui Sala si allei con il Movimento 5 Stelle.