Comasina, i "padroni" criminali e il terrore dei cittadini

Sotto l'apparente tranquillità cova il fuoco dei clan e delle "schegge impazzite"

Carabinieri alla Comasina sul luogo dell'agguato (NewPress)

Carabinieri alla Comasina sul luogo dell'agguato (NewPress)

Milano, 12 settembre 2018 - Le facce  sono quelle di chi la sa lunga. Le espressioni delle mamme che vanno a prendere i figli a scuola o dei più anziani seduti ai tavolini dei bar dicono tutto. «Nel nostro quartiere non c’è un clima di terrore, ma non mancano i problemi», il tenore dei commenti. Dallo spaccio di droga a «certi posti» che di sera è meglio non attraversare, «soprattutto se si è donne, da sole. In cima mettiamo piazza Gasparri». Un luogo che da troppo tempo aspetta un’identità.

Ma una sparatoria  in pieno giorno è un altro paio di maniche, alza l’asticella della preoccupazione. Così i colpi di pistola di ieri mattina sono come il fuoco che cova sotto la cenere. Un agguato che però non è novità in questo quartiere dell’estrema periferia nord, stretto tra Bruzzano e Quarto Oggiaro. Due anni fa, era il 17 agosto del 2016, un pregiudicato italiano di 56 anni aveva tentato il colpo all’ufficio postale, sempre in piazza Gasparri: irruzione armato di pistola. Sempre in pieno giorno. Sempre sotto gli occhi dei cittadini terrorizzati. Altra scena  da far west che ieri è tornata alla mente a più di un abitante. Il bandito aveva cercato di entrare nel caveau ed era stato arrestato dopo un conflitto a fuoco in cui un poliziotto era rimasto ferito a un braccio. Erano le 13.

E nella vicina via Del Tamigi, a Bruzzano, appena lunedì all’alba: sono stati sparati colpi da una pistola a pallini contro un uomo che in base a quanto appreso era solito «mettersi nudo» sul balcone e che con tutta probabilità non era tollerato da qualcuno, che ha voluto lanciargli un messaggio eloquente. L’uomo è rimasto lievemente ferito ed è intervenuta la polizia. Un fatto di per sé non eclatante ma che mostra una certa tendenza a farsi giustizia da sé, a cancellare l’insofferenza con la violenza. Tutto questo  in uno spicchio di città, che è quello dell’estrema periferia nord della città, in cui famiglie legate ai clan della droga hanno spadroneggiato per decenni nei caseggiati popolari e continuano a fare la voce grossa. Tentacoli che si sono estesi da tempo pure nell’hinterland. Da ricordare l’assalto di marzo all’officina “New car” di Novate Milanese, a due passi: il gestore era stato pestato a sangue da otto incappucciati e poi lasciato quasi agonizzante.

Così è emersa una faida dello spaccio. E l’attività della carrozzeria, secondo i carabinieri che hanno indagato, sarebbe stata una copertura per una rete di narcos in cui brillavano nomi storici di Bruzzano, Comasina e Quarto Oggiaro. Chissà, ora, quale storia si nasconde dietro la sparatoria di ieri.

 

 

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