REDAZIONE MILANO

Colti a pescare nella Vettabbia coi fucili da sub

I due bracconieri sono fuggiti "Più Polizia metropolitana per arginare il fenomeno"

Caccia e pesca di frodo, fenomeni presenti anche nel Sud-Est Milanese. L’ultimo episodio in questo senso risale a domenica, quando, nell’ambito di un controllo, gli agenti del nucleo ittico-venatorio di Città metropolitana hanno individuato una coppia di bracconieri lungo la roggia Vettabia, all’altezza di Melegnano. Armati di fucili da sub, i due cercavano di catturare i pesci del canale. Alla vista della pattuglia sono fuggiti, abbandonando sul posto i fucili, che sono stati così recuperati e messi sotto sequestro.

L’episodio non rappresenta un fatto isolato. La presenza di pescatori di frodo è stata talvolta segnalata anche lungo il Lambro, nel bosco urbano di Montorfano a Melegnano, ma è soprattutto il settore della caccia a far registrare irregolarità. Nel 2018 a Mediglia, quando la stagione venatoria era già chiusa, un uomo è stato fermato e denunciato per aver tentato di catturare lepri e conigli piazzando lacci (una prassi vietata poiché provoca la morte dell’animale per strangolamento). Nel 2015 a Carpiano un cacciatore è stato fermato da una guardia venatoria e denunciato: aveva il carniere pieno di selvaggina uccisa illegalmente.

Se questi sono episodi che si è riusciti a individuare, chissà quanti altri si consumano nell’ombra, "complice la mancanza di controlli, che specie nel Milanese sono carenti – spiega Filippo Bamberghi, coordinatore delle guardie del Wwf per l’area di Milano –. La Polizia metropolitana è ormai ridotta all’osso; le nostre guardie ecologiche, una ventina in tutta la Lombardia, sono impegnate soprattutto nel Bresciano. Risultato, la coperta è cortissima e molte zone restano, di fatto, sguarnite di verifiche. Ci rivolgiamo al sindaco metropolitano Giuseppe Sala, con l’appello a potenziare la vigilanza". È sempre attivo il numero anti bracconaggio del Wwf (3287308288), cui segnalare le situazioni sospette.

Alessandra Zanardi