Colpito da grave malattia genetica: "Anche il basket è diventato un miraggio"

Emanuele Cimino ha dovuto dire addio allo sport: "Per me era un’occasione di sfogo"

Andrea Cimino

Andrea Cimino

di Paolo Mattelli

Sono vuote da mesi le caselle degli appuntamenti sull’agenda di Emanuele Cimino. Il giovane di Busto Garolfo, 23 anni mercoledì prossimo, affetto da una rara malattia genetica, l’atassia telangiectasia che nel tempo causa una progressiva perdita della coordinazione motoria, vive ormai da lungo tempo chiuso tra le quattro mura domestiche in attesa di tornare alla vita normale bruscamente interrotta la scorsa primavera dal Sars-cov2. Una vita fatta di lavoro, studio, sport e tante esperienze indimenticabili ha dovuto cedere il testimone ad una realtà dove il contatto con il mondo esterno prende le ridotte forme dello schermo di un computer.

"Prima del covid-19 – racconta EmanueleCImino – praticavo basket con la squadra Baskin di Rho due volte la settimana. Facevo musica e piscina, oltre al lavoro alla cooperativa La Ruota di San Giorgio. Insomma, avevovo una settimana abbastanza piena. Adesso più nulla, devo rimanere in casa perché tutte queste attività sono sospese".

Una situazione difficile da superare, che però il giovane sta cercando di esorcizzare portandosi un po’ di sport in casa e alimentando i legami di amicizia attraverso la rete. "Ho acquistato alcuni attrezzi per la ginnastica, così da non rimanere fermo in questi mesi. Faccio gli esercizi collegandomi in streaming con un mio amico in modo da renderli più piacevoli". Anche le amicizie viaggiano attraverso il web. Cimino a causa della propria patologia deve ridurre al minimo i contatti, il desiderio di non sentirsi solo ha scatenato la fantasia: "Festeggerò il mio compleanno mercoledì prossimo con una festa in streaming. Si cerca di fare di tutto per superare questo periodo. Mi manca tanto lo sport di gruppo, le partite di basket e le uscite allo stadio per vedere il Milan, la mia squadra del cuore. Mi piacerebbe anche avere qualche ragazza tra le amicizie nel web tanto per scambiare qualche parola carina".

Questa rara malattia non ha al momento una cura, solo la ricerca potrà un giorno arrivare ad una soluzione efficace. In Italia i casi sono circa 1 su settecento nati vivi. Attraverso un video intitolato “Can you say atassia“ scaricabile da YouTube l’Associazione nazionale atassia telangiectasia vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni esistenziali di questi ragazzi soprattutto in un periodo difficile come questo.

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