Cologno Monzese, Giuseppe Longobardi morto. L'appello dei figli

Un appello a condividere la storia con il tragico epilogo del padre, ritrovato senza vita il 26 luglio dopo essere stato dimesso dal San Raffaele

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Un appello a condividere la storia, con il tragico epilogo di suo padre, Giuseppe Longobardi, il 72enne ritrovato senza vita il 26 luglio in un canale di irrigazione a Rodano, dopo che era stato dimesso dall’ospedale San Raffaele e aveva fatto perdere le sue tracce per due giorni. "Cerchiamo di ricostruire cosa sia successo in quei giorni, dal momento delle dimissioni fino alla morte, solo, in un fosso – spiega il figlio Giovanni -. Purtroppo, a oggi, nessuno ci ha risposto, ma se qualcuno avesse qualche informazione in più io e mia sorella siamo sempre qui". Domani si terrà il funerale di Giuseppe alla chiesa dei Santissimi San Marco e Gregorio. "Per noi era importantissimo riuscire a celebrare questa funzione e poter dare, il più presto possibile, almeno una degna sepoltura a nostro padre. A oggi è l’unica consolazione che abbiamo: poterlo salutare". Lunedì sul corpo del 72enne è stata effettuata l’autopsia.

"La relazione potrà forse darci qualche elemento utile ma ci vorrà ancora del tempo - fa sapere Giovanni -. Mio padre era affetto da diabete da 15 anni, aveva il Covid, quando è stato ricoverato aveva anche la febbre. Domenica verso l’ora di pranzo era stato dimesso con 4 dosi di insulina: pensiamo che sia morto già quel giorno". Del resto, per tutta la giornata di lunedì 25 luglio, dell’anziano non c’è traccia in nessuna immagine delle telecamere dei comuni della Martesana visionate dai carabinieri che indagano sulla vicenda e che avevano raccolto la denuncia di scomparsa. Quando domenica i figli sono arrivati in ospedale, Giuseppe era stato dimesso e se ne era già andato, da solo, in pigiama, senza cellulare, né documenti, né denaro, uscendo prima da una porta allarmata e, dopo circa mezz’ora, dalla struttura. "Speriamo di poter trovare qualche testimone che ci possa dire in che condizioni fosse. È vero che quelle giornate sono state le più calde del mese e che mio padre si è incamminato verso l’ora di pranzo, ma sembra strano che nessuno in auto o in bici lo abbia visto sul ponte degli specchietti. Così come ci sembra strano che possa aver camminato, sotto quel sole e in quelle condizioni, per quasi 15 chilometri".

 

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