Collezionista milionario da Taiwan a Milano per fare shopping: di bici

Il facoltoso uomo d’affari ha percorso quasi 10mila chilometri per visitare alcuni dei luoghi dove nascono le bici da corsa di cui è appassionato

Chang nel tempio delle bici Colnago

Chang nel tempio delle bici Colnago

Milano, 17 marzo 2018 - «Le vostre biciclette non solo solo prodigi della tecnica, sono poesia». Una poesia che può costare anche 60mila euro. Asahi Chang, 62 anni, facoltoso uomo d’affari di Taiwan, ha percorso quasi 10mila chilometri e 7 fusi orari per vedere direttamente il prodigio. Non è venuto a Milano per il Duomo, il Cenacolo o il quadrilatero della moda, ma per visitare alcuni dei luoghi della meccanica dove nascono le bici da corsa di cui è appassionato. Nel suo paese, in un capannone il cui indirizzo è segreto per motivi di sicurezza, ha collezionato ben 600 esemplari tra bici complete da corsa e da strada, e telai d’autore, concentrandosi sugli anni d’oro tra il 1968 e il 1988.

La sua è una delle raccolte più vaste e preziose del mondo. «È un nostro buon cliente - racconta Alberto Masi - ogni volta che esce una novità non sa resistere e ce la chiede. Non lo avevamo mai visto, ci contattava via internet. Ma ha voluto conoscere la nostra azienda artigianale e lo abbiano accolto a braccia aperte». Il nome Masi forse non dice molto ai profani ma per gli appassionati di ciclismo sportivo è un’icona. Ancora oggi la premiata ditta Masi, meccanici da quasi un secolo nel settore della bici da corsa, si trova in uno dei templi della memoria delle competizioni su pista, il velodromo Vigorelli. Sotto le arcate dell’edificio ci sono l’officina e la fabbrica di Alberto Masi. Suo padre, Faliero Masi, classe 1908, aveva iniziato a costruire telai da corsa nel 1923 a Sesto Fiorentino. Ex corridore a sua volta, si era trasferito a Milano alla scuderia Viscontea per fare il meccanico di quella che per i tempi poteva paragonarsi all’odierna Formula Uno. Poi aveva aperto nel ‘49 la sua fabbrica al Vigorelli e nel tempo ha servito campioni come Coppi, Fiorenzo Magni, Bobet, Anquetil, Adorni, Merckx, solo per fare qualche nome. E naturalmente appassionati di due ruote sportive italiani e stranieri che non badano a spese. Come appunto il signor Asahi Chang, collezionista di modelli il cui valore varia a seconda delle dotazioni tecniche, ma che viaggiano ciascuno su migliaia di euro e anche di più.

Nel suo viaggio tra i costruttori milanesi e lombardi di sogni a due ruote, l’uomo d’affari cinese ha toccato la Colnago di Cambiago, altra fabbrica nata durante il boom economico (la prima bici uscì dai capannoni nel 1952) e la Cinelli di Caleppio di Settala, nata nel 1948. Di Cinelli è il pezzo più prezioso della raccolta dell’appassionato orientale: partito da una base d’asta di 34mila dollari, è stato aggiudicato a 60mila e rotti Euro. Ovviamente ad Asahi Chang. Il quale prima di tornare in patria ha voluto trascorrere le ultime ore di soggiorno milanese al Vigorelli ma non ha potuto vedere aperto il velodromo. «Era chiuso dal 2000 - ricorda Alberto Masi - ma nel 2016 hanno rifatto perfettamente la pista ed è stata disputata qualche gara. Ora con Citylife (a un passo dal Vigorelli ndr) forse ci saranno i soldi per risanare le tribune. Speriamo che torni quello di una volta».

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