Col traffico i decessi da smog salgono del 16%

La ricerca della Statale presentata ieri in commissione comunale. Dalle auto il 38% del Pm10. Necessari percorsi verdi casa-scuola

di Giambattista Anastasio

Misurare quale sia la percentuale di smog prodotta dalle auto ma anche dare un’idea di quanti decessi possano essere attribuiti all’inquinamento provocato proprio dal traffico: sono questi gli obiettivi della ricerca curata da Luca Boniardi, ricercatore dell’Università Statale di Milano, e presentata ieri nel corso della seduta congiunta delle commissioni comunali Mobilità e Salute. Quanto al contributo delle auto all’inquinamento, la percentuale cambia a seconda dell’inquinante considerato: il traffico determina, allora, il 38% del Pm10, il 33% del Pm2.5, il 66% delle emissioni di ossidi di azoto e il 66% del black carbon.

L’incidenza del traffico sulla mortalità è stata studiata prendendo in considerazione due scenari: quello con e quello senza lockdown. Il riferimento è, ovviamente, ai divieti di spostamento scattati tra marzo e maggio 2020 per arginare la pandemia da Coronavirus. Divieti che a Milano hanno provocato una riduzione dell’indice di congestione delle strade pari al 70%. È proprio questo il primo scenario considerato. In quei mesi del tutto straordinari i decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico sono stati, si legge nella ricerca, 1.130, pari all’8,2% dei decessi totali. In assenza delle misure emergenziali adottate a causa del Covid, i decessi attribuibili alla cattiva qualità dell’aria sarebbero stati 1.343, il 9,7% del totale. L’incidenza – si conclude quindi – è stata inferiore del 16% in condizioni di traffico fortemente limitato. Da qui un indicatore del contributo che viene dalle auto.

L’altra parte della ricerca ha a che fare, invece, con l’esposizione allo smog dei ragazzi delle scuole. In questo caso si è approfondito come varia l’esposizione agli inquinanti quando si decida di chiudere al traffico le strade immediatamente a ridosso degli istituti scolastici. Chiusure di questo tipo sono state disposte in occasioni particolari: nel 2019 durante la Giornata mondiale dell’infanzia e nel 2022 durante l’evento “Streets for Kids“. In ambo i casi gli studenti di alcune scuole milanesi – tra i quali quelli di via Beroldo e viale Brianza – sono stati dotati di rilevatori di inquinanti e il risultato è stato inequivocabile: per effetto della chiusura al traffico delle strade, si è riscontrata una riduzione dell’esposizione degli alunni al black carbon che oscilla, a seconda delle località, dal 27 al 54% nelle ore in cui si entra e si esce dalle aule. Curiosità: raggiungere la scuola seduti e protetti nell’abitacolo di un’auto non aiuta la causa di una minore esposizione, anzi è vero il contrario, si ha un aumento del 22% rispetto a chi sceglie di raggiungere la scuola camminando o pedalando. La soluzione che la ricerca consiglia è la creazione di percorsi casa-scuola studiati in base all’esposizione agli inquinanti.

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