Milano, il centro medico della cannabis: tumori e infortuni, "è la frontiera del dolore"

Piazza Vesuvio, viaggio nel primo ambulatorio italiano dove si somministra (legalmente) la cannabis terapeutica ai pazienti. In tre anni tremila protocolli, anche in telemedicina: "In Italia c’è molto ancora da fare"

Salvatore Martorina, Maurizio Valliti e Stefania Fossati

Salvatore Martorina, Maurizio Valliti e Stefania Fossati

Milano, 3 febbraio 2023 - I pazienti arrivano da tutta Italia, e il loro nemico comune è il dolore, che altre terapie non riescono a lenire. Alcuni sono malati terminali, altri sono affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, Parkinson, malattie degenerative, mal di schiena con fitte insopportabili. C’è chi sta affrontando la conseguenze di una chemioterapia, e chi combatte contro ansia e insonnia. Storie diverse, ma legate da un unico filo, che si incrociano nel centro medico milanese, in piazza Vesuvio, piattaforma per l’accesso alle cure con cannabinoidi, legali e regolate dalle norme sul settore. Il progetto Clinn, lanciato nel 2020, in piena pandemia, è ancora una "realtà unica in Italia", nonostante richieste in costante aumento, in particolare per il trattamento del dolore cronico. Solo l’anno scorso sono stati presi in carico circa 800 nuovi pazienti, dall’apertura sono state seguite in tutto circa tremila persone.

Telemedicina e cannabis terapeutica

"Con circa la metà dei pazienti usiamo la telemedicina – spiega Maurizio Valliti, fondatore e Ceo di Clinn – che aiuta a evitare spostamenti per chi proviene da altre zone d’Italia e, per le sue condizioni di salute, ha problemi a muoversi. Le cure che offriamo sono a supporto di altre terapie, non le sostituiscono – prosegue – e il nostro obiettivo è anche quello di offrire una corretta informazione, perché non ci si può basare sul fai da te, e di effettuare un monitoraggio sui pazienti che può essere utile per la ricerca". La cannabis terapeutica viene acquistata nelle pochissime farmacie che in Italia vendono i prodotti, assunta sotto forma di olio o inalata con un vaporizzatore. Le infiorescenze costano dagli 11 ai 12 euro al grammo, l’olio circa 20 euro al grammo. Per un mese di assunzione i costi variano dai 100 ai 300 euro, a seconda del tipo di terapia stabilita dal personale sanitario.

Il progetto Clinn

"Io lavoro in particolare con i pazienti oncologici – spiega Stefania Fossati, uno dei medici del centro Clinn – che subiscono gli effetti collaterali delle terapie o hanno bisogno di cure palliative per affrontare il dolore nel fine vita". Fra i pazienti ci sono anche sportivi che stanno seguendo cure riabilitative dopo un infortunio, donne con problemi ginecologici e anche bambini affetti da gravi patologie. Dietro il progetto Clinn c’è l’idea di un gruppo di fondatori: il Ceo Valliti, alle spalle 40 anni nel mondo della finanza, il biologo Salvatore Martorina, il medico specialista in anestesia e terapia del dolore Marco Bartolotto e l’oncologa Fossati.

Difficoltà di approvvigionamento

"L’idea è nata anche da una vicenda personale – spiega Valliti – mio padre è morto nel 2002 dopo aver trascorso un anno e mezzo sotto morfina. Era un uomo di 80 chili, quando è deceduto ne pesava 40. In Italia, in questo campo, siamo ancora indietro, il mercato non è ancora maturo ma ogni anno si riesce a fare un passo avanti, anche nella formazione dei medici". La mancanza di una filiera industriale sviluppata, come ad esempio quella dei farmaci “tradizionali“, si traduce in difficoltà di approvvigionamento. "Noi lavoriamo con una rete di 30-40 farmacie in Italia – sottolinea Martorina – e non rimaniamo mai senza prodotto. Il problema è che la domanda cresce, e l’offerta non è ancora in grado di soddisfarla". Intanto gli appuntamenti con i pazienti si susseguono nell’ambulatorio, in cerca della cura giusta per lenire il dolore.