Milano, viaggio nei quartieri. "La città a 15 minuti? Solo se hai l’elicottero"

Tra mezzi pubblici che mancano e servizi ridotti ai minimi termini: servono poliambulatori e biblioteche

Una protesta degli studenti

Una protesta degli studenti

Milano -  Per ritirare un libro in biblioteca, Luciana è costretta a prendere l’autobus. Quando ha bisogno di recarsi in un ufficio del Comune, Siro deve prendere i mezzi e uscire dal quartiere. E lo stesso deve fare anche Giada, ogni volta che lei o un suo familiare devono fare una visita medica. Tante piccole storie, che - messe insieme - svelano una triste realtà: per chi vive nei quartieri periferici la cosiddetta "città a 15 minuti" resta un’idea lontana. "Qui o ci mandano l’elicottero oppure in 15 minuti non riusciamo a fare proprio nulla", si sfoga Luciana Casiraghi, che vive a Quinto Romano, periferia ovest della città. Luciana si è trasferita nel quartiere nel 1986 e da allora ha assistito in prima persona a tutte le sue trasformazioni. "Quando sono arrivata qui insieme a mio marito – racconta – avevamo un distaccamento dell’Asl vicino a casa. Ora invece per andare a ritirare degli esami dobbiamo prendere due autobus e andare al San Carlo. Idem per la biblioteca: la più vicina è a Baggio".

Spostandosi poco più a Nord, la situazione non cambia. "Qui a Figino i 15 minuti li passiamo ad aspettare l’autobus", commenta amaro Siro Palestra, del comitato di quartiere. "In zona abitano molte persone anziane, eppure non abbiamo un punto di primo intervento sanitario. Dovevano aprirne uno tempo fa, ma poi non abbiamo più saputo niente - svela -. Un altro servizio che manca è un distaccamento del Comune per le procedure burocratiche". A Precotto, periferia Est, le cose vanno un po’ meglio. Anche qui, però, l’idea di una città a portata di passeggiata non si è ancora realizzata. "Ciò che più servirebbe al quartiere è una biblioteca: non solo per il servizio di prestito libri, ma come luogo di ritrovo e di scambio culturale – spiega Riccardo Magni –. Poi ci sarebbero altre piccole cose che mancano, per esempio le casette dell’acqua, che permetterebbero di ridurre l’uso della plastica". Secondo Magni, però, i servizi di prossimità non sono l’unica strada da percorrere: "La città a 15 minuti si realizza anche creando identità precise in cui le persone possano riconoscersi - spiega -. Non per mettere frontiere, ma per stabilire rapporti di socialità".

"Città a 15 minuti significa creare zone pedonali dove ci sono esercizi commerciali", aggiunge Salvatore Crapanzano, presidente del comitato di quartiere di Valsesia. "Le aree pedonali hanno vivificato le zone commerciali del centro. Prima i negozianti erano contrari, perché temevano che, non potendo raggiungere i negozi in macchina, i clienti si sarebbero rivolti altrove - ricorda Crapanzano -. Se nelle zone periferiche si realizzassero quegli stessi progetti che sono già stati realizzati in centro le cose potrebbero migliorare molto". Per Crapanzano, la soluzione per rendere la vita degli abitanti del quartiere più comoda consiste nel creare una zona pedonale a Baggio. "Una volta costruita l’area, sarebbe facile arrivarci in bicicletta - continua -. Serve una ristrutturazione commerciale e urbanistica della zona".

I cittadini di Muggiano non si sentono affatto abbandonati. Eppure il quartiere dispone di pochi esercizi commerciali: "La nostra è una zona agricola e forse è anche per questo che mancano alcune attività come banche e supermercati - interviene Giada Rinaldi, presidente del comitato di quartiere -. Per quanto riguarda gli sportelli della pubblica amministrazione non possiamo lamentarci. A livello di esercizi commerciali, però, siamo un po’ sforniti". Nel Vigentino i problemi riguardano più che altro la sanità: "Qui mancano i servizi sanitari territoriali. Con la chiusura del Poliambulatorio di via Ripamonti le persone si devono spostare da una parte all’altra – si lamenta Amedeo Iacovella, soprannominato dai residenti della zona “il sindaco del Vigentino“–. Si spera che le risorse del Pnrr possano essere investite negli ospedali di comunità. Anche la mancanza di medici di base è un problema". Nel Vigentino, poi, manca una biblioteca civica in cui i ragazzi possano studiare. "Lungo via Ripamonti da un po’ di anni sono sparite alcune attività – continua Iacovella –. Confidiamo che i piani territoriali per il commercio del comune possano portare a nuove aperture nel quartiere".  

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