Cinque lettere di partigiani messi a morte

Brividi in piazza a Pioltello. Per celebrare il 25 Aprile la sindaca Ivonne Cosciotti ha scelto di leggere le lettere di 5 partigiani condannati a morte. Emozione per le ultime parole "di chi ha combattuto per la democrazia". "Mi uccidono perché ho amministrato i sacramenti per i ‘ribelli’, cioè perché ho fatto il prete", scriveva alla famiglia don Aldo Mei, 32 anni. "Muoio sicura di aver fatto quanto possibile perché la libertà trionfasse", è stato invece l’ultimo pensiero di Irma Marchiani, una casalinga di 33 anni. "Sarò fucilato all’alba per un ideale, per una fede che tu, un giorno, capirai", diceva il professore universitario Paolo Braccini alla figlia Gianna, poche ore prima dell’esecuzione. "Sono contento di morire per la nostra bella Italia", è il testamento dell’operaio 24enne Albino Abico. "Sono stato condannato per non essermi associato a chi vuole distruggere la patria. Muoio innocente", chiudeva nell’ultimo messaggio ai parenti Antonio Brancati, studente di 23 anni. Bar.Cal.

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