La Procura chiede 7 anni ai poliziotti 'violenti' di Cinisello

La vittima, un marocchino sospettato di aver ospitato il terrorista Anis Amri

La sentenza è attesa mercoledì 18 novembre

La sentenza è attesa mercoledì 18 novembre

Cinisello Balsamo (Milano), 5 novembre 2020 - Chiesti 7 anni e 20mila euro di provvisionale per i poliziotti imputati di lesioni, sequestro di persona e rapina nei confronti di un marocchino. I due agenti in servizio al commissariato di Cinisello (sospesi in attesa del giudizio su questa vicenda), si trovano alla sbarra con l’accusa di avere picchiato la notte dell’1 ottobre 2017 durante un controllo un 30enne, accecato con lo spray al peperoncino, caricato sull’auto di servizio e poi abbandonato in un luogo isolato, portandosi via il suo telefonino, poi gettato via.

La presunta vittima, con precedenti per droga (e sospettato di avere ospitato Anis Amri, terrorista tunisino responsabile della strage di Berlino, fermato e ucciso dalla polizia a Sesto nel 2016) si è costituito parte civile. Ieri la pm Emma Gambardella ha chiesto per gli imputati 7 anni di reclusione, mentre l’avvocato di parte civile Noemi Mariani ha chiesto il risarcimento per il marocchino, con una provvisionale immediata di 20mila euro.

Secondo la ricostruzione della Procura sulla base degli accertamenti svolti dalla Squadra mobile di Milano e dalla denuncia presentata dal marocchino, i filmati delle telecamere dell’Atm in via Gorki mostrano movimenti concitati tra i tre e l’uomo che viene caricato sull’auto, mentre l’analisi dei cellulari mostra che hanno agganciato le stesse celle a Cinisello, Cusano e Cormano, dove il telefonino di A.M. smette di funzionare.

Per i difensori degli imputati, invece, agganciare la stessa cella dei telefonini non significa che i tre fossero nello stesso punto; e sul cellulare del marocchino risulta una chiamata successiva al suo rilascio, quindi non è vero che i poliziotti se ne fossero impossessati. Alla contestazione che gli imputati hanno fatto una relazione di servizio solo sulla lite in via Gozzano e non sul successivo controllo in via Gorki, loro sostengono di non avere relazionato perché il controllo non aveva portato risultati.

"Non c’è stata nessuna colluttazione tra noi poliziotti e il fermato, che abbiamo ammanettato e fatto salire in macchina per metterlo in sicurezza perché agitato e aggressivo, e lo abbiamo rilasciato pochi minuti dopo – sostengono gli imputati – Ci era stata segnalata una colluttazione tra due persone in via Gozzano e lui poteva somigliare alla descrizione dell’uomo coinvolto, quindi volevamo portarlo dall’altro soggetto per l’identificazione, ma se ne era andato e quindi l’abbiamo lasciato andare via". La sentenza il 18 novembre.  

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