Cinghiali, rimborsi lumaca: aiuti della Regione

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I danni sono immediati. I ristori no. Capita così da anni. A farne le spese sono gli agricoltori del Parco del Ticino che, nonostante l’adozione di strutture di protezione, devono fare i conti con le colture di mais e di altri cereali periodicamente devastate dai cinghiali. Tutta colpa della burocrazia, che pone vincoli al rimborso dei danni causati dalla fauna selvatica. Per questo motivo il Parco ha sollecitato la Regione a intervenire e la risposta non si è fatta attendere. Nell’ambito dell’approvazione dell’assestamento di bilancio la Regione ha stanziato 350mila euro per il risarcimento dei danni da cinghiali che il Parco erogherà agli agricoltori sulla base delle singole stime dei danni subiti negli anni 2019 e 2020. "Alcune aziende attendevano i risarcimenti da anni e sono andate in difficoltà economica a causa della eccessiva presenza di fauna selvatica. Servono risposte più rapide a livello nazionale, anche in ambito normativo" ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. "Ringrazio il Parco del Ticino per la collaborazione costante in difesa degli agricoltori. Lo scorso anno sono stati abbattuti nell’area del parco 625 cinghiali. La Regione ha attuato tutte le possibilità previste dalla legge per contenere il cinghiale, anche alla luce del pericolo legato alla peste suina. A livello regionale abbiamo introdotto anche accordi con la grande distribuzione per la commercializzazione di una filiera regionale della carne di cinghiale, che sta dando ottimi riscontri".

Giovanni Chiodini

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