Covid, da oggi Lombardia in zona bianca. E iniziano le iniezioni di Novavax

Dopo l’addio all’ospedale in Fiera, stop anche al drive-through di Trenno. Anticipa il debutto del nuovo vaccino: dosi per 87mila maggiorenni

Vaccino anti Covid

Vaccino anti Covid

Milano - Oggi la Lombardia torna in zona bianca dopo quasi due mesi in giallo, ma entra anche in una fase nuova, quella che la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti si è augurata sia "definitiva". Come probabilmente sarà la chiusura dell’ospedale temporaneo alla Fiera di Milano, in programma ufficialmente domani anche se l’ultimo dei 26 malati gravi di polmonite da Covid ricoverati nei 44 giorni della sua terza e ultima apertura è stato dimesso già venerdì sera. La Regione sta valutando il trasferimento delle attrezzature, donate al Policlinico di Milano che per 23 mesi (di cui circa 12 d’attività) ha gestito la struttura del Portello grazie a 21,6 milioni raccolti da privati in pochi giorni quando la Lombardia fu investita dal coronavirus per prima in Occidente, in un nuovo centro per le emergenze da allestire nell’ex caserma dell’Aeronautica di Gallarate.

Non è l’unico cerchio che si chiude, per la Lombardia che va in bianco con 1.059 pazienti Corona nei reparti e 97 in terapia intensiva: a cessare l’attività, ha annunciato via social Moratti, saranno anche le vaccinazioni drive-through all’hub di Trenno, che ai tamponi (sospesi già dal 12 febbraio) da metà marzo 2021 aveva affiancato le iniezioni antiCovid. "Un’attività preziosa, caratterizzata dalla proficua e collaudata collaborazione tra l’Asst Santi Paolo e Carlo e l’Esercito - ha ricordato Moratti -. Grazie a tutti i nostri operatori, al colonnello Fabio Zullino (comandante del centro ospedaliero militare di Milano, ndr), a tutti i militari e volontari impegnati in questi mesi".

Non si smette di vaccinare in Lombardia, ma anche per quella che s’è dimostrata l’arma decisiva nella lotta al Covid - la quarta ondata, la prima post campagna vaccinale di massa, nonostante i contagi senza precedenti generati della variante Omicron al suo picco ospedaliero, tra il 20 e il 21 gennaio, aveva un numero di pazienti Corona nei reparti paragonabile alla tregua tra la seconda e la terza ondata del 2020-2021, e inferiore d’un centinaio in terapia intensiva - oggi ci sarà una svolta. Che potrebbe recuperare almeno in parte la risicata pattuglia dei maggiorenni vaccinoscettici, ancora renitenti all’iniezione nonostante le restrizioni legate al green pass e soprattutto nonostante l’evidenza, sia della capacità dell’iniezione-scudo di contenere la malattia grave da Covid, sia dello scarsissimo rischio di effetti collaterali, a fronte di quelli corsi da chi affronta il virus da non vaccinato.

Si comincia oggi infatti, in 16 centri vaccinali in Lombardia (nel Milanese solo a Palazzo delle Scintille), a iniettare il Nuvaxovid di Novavax, il vaccino “proteico” che sembra abbassare le resistenze dei più timorosi. Una partenza prima annunciata per venerdì scorso, poi rinviata a domani, ma ieri Moratti ha confermato che già ieri mattina la struttura del commissario all’emergenza Covid aveva consegnato in Lombardia la prima partita del nuovo vaccino, di 174 mila dosi. Dunque contrordine: si può somministrare già da oggi, solo come prima dose, solo agli over 18 e fino a esaurimento scorte che ammontano a metà della dotazione, perché gli altri 87 mila vaccini devono essere tenuti per la seconda iniezione, almeno sino a nuova fornitura.

Un’altra cosa accade oggi: a Milano si posa la prima pietra del nuovo pronto soccorso infettivologico dell’ospedale Sacco. Finanziato dall’Eni e da altre donazioni ricevute dall’Asst Fatebenefratelli-Sacco, "sarà fondamentale alla luce di quanto abbiamo vissuto in questi due anni", sottolinea Moratti. I lavori dureranno 12 mesi, il pronto soccorso attuale sarà allargato con spazi destinati alle visite infettivologiche pensati tenendo conto della lezione della pandemia, con un reparto di osservazione da 13 letti in isolamento e sale visita ad alto bio-contenimento. Una riserva "nel caso dovessero presentarsi altre emergenze epidemiologiche", sottolinea Moratti, ricordando che il Sacco è centro di riferimento per le malattie infettive. Che, si spera il prima possibile, torneranno ad essere affrontate nei reparti e nei centri dedicati, senza occupare il resto degli ospedali a scapito della cura delle altre patologie.

 

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