Nelle chat dei genitori no vax: "Via dalla scuola caserma"

Tra moduli per il ritiro e diffide: "Lezioni a casa, la laurea non serve". L’appello dei prof: i ragazzi hanno bisogno di stare insieme

Covid e scuola, la sanificazione dei banchi (foto d'archivio Germogli)

Covid e scuola, la sanificazione dei banchi (foto d'archivio Germogli)

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Milano, 18 ottobre 2021 - «Informatevi: non c’è bisogno di una laurea per istruire i figli da casa. Proponi la tua esperienza nel gruppo Telegram", si legge in una chat. Che dirama i "documenti per il ritiro da scuola, informazioni su come tutelarsi e diffide", ricordando in calce: "Nessun obbligo di imposizione regole Covid". C’è pure chi si propone di condividere informazioni utili "a tutti quei genitori che non ci stanno più a mandare in propri figli in una caserma", chiedendo il passaparola, senza far troppa pubblicità. E c’è chi ammette che dal 15 ottobre (data in cui è scattato l’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro) è disoccupato, e si mette a disposizione per fare il maestro a domicilio. Intanto iniziano a far capolino le prime richieste di “istruzione parentale“ anche in città: nelle prime settimane di settembre sono state accolte a Milano le domande di 46 famiglie. Ne stanno arrivando altre per motivi diversissimi tra loro mentre spunta un altro fenomeno: la richiesta di “istruzione famigliare“, che non è regolamentata e sulla quale è dovuto intervenire anche l’ufficio scolastico regionale, con un parere ispettivo ad hoc.

Negli altri casi, al dirigente scolastico l’onere di valutare se la famiglia può farsi carico dell’istruzione del figlio, mantenendo il legame durante l’anno e valutandolo alla fine del percorso. "Lo scorso anno avevano fatto richiesta in 13, tre non hanno superato gli esami – spiega Antonella Caleffi, preside della Perasso –. Quest’anno al momento sono tre, gli ultime due per fragilità di salute e paura dei contagi. Siamo riusciti però a trovare un’alternativa, in dialogo con le famiglie. Attiveremo per loro la Dad, non l’istruzione parentale. Comporta acrobazie per gli insegnanti, ma serve a mantenere un legame". E i genitori hanno accettato. "Grazie al dialogo con le famiglie sono tornati tutti a scuola gli alunni che lo scorso anno avevano chiesto l’istruzione parentale per paura delle quarantene. Li abbiamo chiamati uno per uno. Non hanno perso un giorno!", sottolinea Noemi Morrone, insegnante alle medie Puecher. Una sola richiesta è stata avanzata per tutt’altro motivo: "La vaccinazione non è obbligatoria per gli studenti, ma sarà richiesto il green pass per partecipare agli spettacoli teatrali e alle visite ai musei – continua Morrone –. Cerchiamo di proporre più attività laboratoriali e attive per sollecitare le competenze relazionali. A scuola agli alunni nessun docente mai chiederà se sono vaccinati. Abbiamo un solo caso di una famiglia no vax che ha chiesto l’istruzione familiare. Dietro questo atteggiamento tuttavia spesso si nascondono un disagio e una fragilità antecedente al Covid, problemi su cui il trauma della pandemia viene affrontato con la rimozione". Ma l’appello è a non penalizzare i bambini: "Hanno perso tantissimo, c’è chi ha paura della socialità dopo due anni così. Hanno bisogno di stare insieme", ricorda la prof.

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