È stato un 8 marzo di lotta nella Rsa di Cesate. "La cooperativa rispetti il contratto"

Manifestazioni e sciopero di lavoratrici e sindacato Si.Cobas, contestati il mancato pagamento della malattia e i carichi di lavoro troppo pesanti

Dehors, dal primo aprile i locali pagano. Ma sconto del 20% fino a dicembre

Dehors, dal primo aprile i locali pagano. Ma sconto del 20% fino a dicembre

Cesate (Milano) - Non c’erano mazzi di mimose gialle, ieri mattina, davanti ai cancelli della Rsa Residenza del Parco di Cesate, solo bandiere rosse del sindacato e la rabbia delle lavoratrici e lavoratori dell’Ascoser Cooperativa Sociale. Il Si.Cobas ha indetto uno sciopero e un presidio di protesta contro la Cooperativa per "il mancato pagamento di tutte le ore contrattuali, l’errato calcolo della tredicesima, il mancato pagamento della malattia, i carichi di lavoro pesanti" e per chiedere il reintegro di Fatima Siahoue, sospesa lo scorso 9 febbraio perchè "avrebbe utilizzato lo stesso paio di guanti in lattice per l’igiene intima di 18 ospiti". Lo stato di agitazione è stato proclamato dopo l’esito negativo del tentativo di conciliazione previsto dalla Legge 146/90 dello scorso 25 febbraio in videoconferenza tra le parti e la Prefettura di Milano.

"Non possiamo più tollerare la mancata applicazione del Contratto nazionale di riferimento - dichiara Luca Esestime, rappresentante sindacale del Si.Cobas - le operatrici sanitarie della Cooperativa Ascoser che lavorano nella Rsa sono stanche di non essere pagate per le ore di lavoro effettivamente svolte, molte di loro sono creditrici di importanti somme di denaro. Abbiamo chiesto più volte la consegna del Libretto di Lavoro o dell’estratto della timbratrice per verificare il pagamento delle ore effettivamente lavorate, ma il datore di lavoro si è sempre rifiutato di consegnarlo. Inoltre la responsabile dell’appalto assegna le attività considerati pesanti non a rotazione ma in modo punitivo". Diritti per tutti e il posto di lavoro per Fatima, 42 anni, ivoriana, mamma monoreddito di tre bambini. L’operatrice sanitaria che lavora nella casa di riposo da 20 anni, un mese fa ha ricevuto un telegramma dell’Ascoser con il provvedimento di sospensione cautelare, "loro mi stanno punendo perché ho trovato il coraggio di raccontare quello che succede nella Rsa, come veniamo trattate, un’altra volta mi hanno cambiato il piano in modo pretestuoso, gli stessi ospiti hanno protestato contro la cooperativa perché non erano d’accordo. Io faccio il mio lavoro con passione e amore".

Un’altra dipendente racconta di aver chiesto alla cooperativa di poter lavorare part time per conciliare famiglia e lavoro, "ma non c’è stata nessuna disponibilità al dialogo". Il Si.Cobas chiede la corretta applicazione del Contratto Nazionale per tutte le lavoratrici e il reintegro di Fatima senza nessuna sanzione disciplinare. "Sulle contestazioni fatte dal sindacato siamo disponibili a discutere e lo abbiamo detto anche nell’incontro con la Prefettura - dichiara Maria Antonella Magnini, presidente di Ascoser - ma la lavoratrice sospesa non è la prima volta che viola le regole, è stata richiamata in molte occasioni, ora quest’ultimo episodio è molto grave e non possiamo tollerare che vada avanti in questo modo".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro