Virus sinciziale, è allarme rosso: reparti di Pediatria pieni nel Milanese

Sono già diciassette i piccoli ricoverati negli ospedali dell’azienda socio-sanitaria Melegnano-Martesana

La primaria Paola Bruni sta già affrontando il picco della malattia

La primaria Paola Bruni sta già affrontando il picco della malattia

Cernusco sul Naviglio (Milano) - L’influenza dei bambini picchia duro sul territorio. Le pediatrie dell’Asst Melegnano-Martesana scoppiano, i piccoli pazienti colpiti dal virus sinciziale sono in aumento, solo ieri erano 17, più due gravi, intubati e trasferiti in terapia intensiva alla clinica De Marchi e al Policlinico, a Milano. Uno di loro ha solo 12 giorni. "I neonati sono i più colpiti per ovvie ragioni – spiega Paola Bruni, primario dell’area materno-infantile dell’azienda – non possono soffiarsi il naso e quindi liberarsi dei bacilli". Sembra una banalità, "ma non lo è affatto". A Vizzolo i bimbi con le bronchioliti sono 4, di cui 3 da virus, più 3 con broncopolmoniti sempre causate dall’agente patogeno e difficoltà respiratorie importanti, altri 10 sono fra Melzo e Cernusco e i pronti soccorso pediatrici sono pieni dappertutto. Decine di malati vengono rinviati a casa dopo un passaggio in emergenza con precise prescrizioni per i genitori. "Il monitoraggio avviene a distanza nei casi in cui è possibile".

"La situazione è molto difficile", dice la direzione, mentre la specialista ricorda che "non c’è cura per questa malattia che ha anticipato il picco. Di solito è a dicembre, ora siamo in piena ondata. Per aiutare i bambini abbiamo a disposizione un anticorpo monoclonale nelle situazioni più delicate, macchinari sofisticati e ossigeno riscaldato". La diffusione dell’infezione galoppa, a Lodi per le complicanze è morto un bimbo di tre anni, a ingarbugliare il problema c’è la fragilità che accompagna le prime fasi della vita. Per i genitori è un incubo, la paura corre nel Paese e "qui siamo vicini alla soglia critica, la capienza è al limite – sottolinea la specialista – anche perché l’attività di routine non si ferma. Malattie ordinarie e interventi continuano". I letti a Melzo sono 16, a Cernusco 15 e a Vizzolo 12 che possono però salire a 17, ormai quasi sempre pieni. "L’assistenza ai pazienti con l’influenza è complessa", anche se si ci ferma un passo prima della rianimazione. Per i due casi più difficili è stato necessario il trasferimento. Un calvario per le famiglie che tremano. "La prevenzione è essenziale, non solo per i bimbi, anche per mamme in attesa". È la stessa a cui ci ha abituati il Covid. Chi accudisce un bebè "è meglio che tenga la mascherina e si lavi le mani prima di toccarlo".  

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