Centrodestra, Di Montigny congelato: FI pone il veto su Albertini come vice

Candidato sindaco, terza fumata nera. Il ticket non convince gli azzurri: l’ex sindaco è contro Lupi Il dirigente Mediolanum è in pole, in rosa resta anche Dallocchio

Il dirigente di Banca Mediolanum Oscar Di Montigny

Il dirigente di Banca Mediolanum Oscar Di Montigny

Anche questa settimana, il centrodestra deciderà la prossima. Il vertice di ieri pomeriggio tra i partiti della coalizione sulla scelta del candidato sindaco per le elezioni comunali milanesi d’autunno si è concluso con la terza fumata nera consecutiva. La terza in tre settimane. L’ipotesi di un ticket tra il dirigente di Banca Mediolanum Oscar Di Montigny e l’ex sindaco Gabriele Albertini ha sollevato più di una perplessità, soprattutto nelle file di Forza Italia, irritata dal fatto che Albertini stia remando contro ormai da settimane alla candidatura a sindaco del parlamentare di Noi con l’Italia Maurizio Lupi, il nome più gradito dal leader azzurro Silvio Berlusconi per la sfida di Palazzo Marino contro il sindaco targato centrosinistra Giuseppe Sala.

Risultato un po’ paradossale: il veto forzista su Albertini vice ha congelato, ma forse solo rinviato, l’indicazione di Oscar Di Montigny come candidato sindaco.

Di Montigny, infatti, resta la prima scelta, almeno per ora, del segretario della Lega Matteo Salvini ed è stimato anche dal ministro lumbard Giancarlo Giorgetti. Sullo scrittore, comunicatore e genero del proprietario di Mediolanum Ennio Doris, invece, restano alcune perplessità sia da parte di Fratelli d’Italia che di Forza Italia, i cui vertici, in ogni caso, si sono impegnati a incontrare Di Montigny nei prossimi giorni per conoscerne meglio le idee. L’interessato, intanto, ringrazia Albertini per le parole di elogio a lui rivolte, utilizzate dall’ex primo cittadino in un’intervista al Corriere della Sera, ma prende tempo sulla scelta finale su Affaritaliani: "Le riserve da sciogliere restano ancora non poche". Insomma, anche il candidato in pole position non ha ancora detto un sì definitivo alla discesa in campo. Nella rosa dei papabili, dunque, rimangono ancora, oltre al già citato Lupi, il manager Riccardo Ruggiero, il comunicatore Roberto Rasia Dal Polo (citato da Salvini ieri durante l’incontro) e il professore della Bocconi Maurizio Dallocchio, sostenuto dal senatore di FdI Ignazio La Russa ma penalizzato dal fatto che il partito della Meloni l’ha già spuntata a Roma sulla Lega con Enrico Michetti. In calo, invece, le quotazioni della presidente di Federfarma Lombardia Annarosa Racca, indagata dalla Procura di Torino con l’accusa di diffamazione ma pronto a controquerelare.

Conclusione: tutto da rifare, o quasi. I partiti del centrodestra torneranno a vedersi giovedì prossimo alle 15 sempre a Roma. Resta da capire se l’ipotesi di un ticket resterà in campo, come accaduto nella Capitale con Michetti-Matone, o se il veto su Albertini costringerà la Lega a spingere per indicare solo il candidato sindaco, senza vice. Per ora c’è un’unica certezza: anche questa settimana, il centrodestra deciderà la prossima.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro