Cento giorni senza pioggia "Così non si può produrre cibo"

Anche nel Sud Milano l’agricoltura è in ginocchio. L’allarme arriva dalla Coldiretti che parla di un grave danno

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di Alessandra Zanardi

Cento giorni senza pioggia, anche nel Sud Milano l’agricoltura è in ginocchio. L’allarme per la mancanza di precipitazioni, scese ai minimi storici negli ultimi mesi, arriva dalla Coldiretti, che parla di un grave danno per l’intero comparto. "Senza acqua è impossibile fare attività agricola, non si può produrre cibo, non esistono cura e tutela del territorio anche contro il dissesto idrogeologico. Non piove da quasi tre mesi e mezzo: se questa situazione dovesse perdurare sarebbe una vera catastrofe, e non solo per l’agricoltura". Alessandro Rota, presidente della Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza, commenta così il drammatico bilancio che emerge da un’analisi della stessa associazione su dati Arpa relativi all’inverno meteorologico, secondo cui solo 65 millimetri di pioggia sono caduti sulla Lombardia da dicembre a febbraio, l’82% in meno rispetto all’anno precedente. Agricoltori e allevatori del Sud Milano confermano la situazione di estrema criticità. Se non ci sarà un’inversione di tendenza, "si prospetta una primavera difficile. Sui cereali la perdita potrebbe essere del 50%, fino all’80% per fave e piselli - commenta Giorgio Scotti, ortofrutticoltore di Mediglia -. Le nuove semine? Abbiamo piantato coste, cipollotti ed erbette, col rischio però che non producano nulla". "Sono davvero preoccupato - fa eco Giacomo Papetti, dell’omonima azienda agricola di Cerro al Lambro, dove si coltiva anche riso -. Il 2003 è stato a sua volta un anno siccitoso, ma questo è anche peggio. Il lago di Como fa registrare un -30 sotto il livello idrometrico. Stiamo preparando la semina del mais, che serve anche per supportare il nostro allevamento di suini, ma la terra è asciutta e, se continua così, i semi non germineranno". Una situazione delicata, tanto più che "col blocco delle esportazioni di mais e grano dall’Ucraina, diventa strategica la produzione locale - spiega Alessandro Bonetti, che a San Giuliano conduce un’azienda con 900 bovini da latte e 450 ettari coltivati -. Una stagione difficile rischia di avere ripercussioni su tutti i cittadini". Le prospettive non sono rosee nemmeno per i prossimi mesi, "negli anni il quantitativo di piogge estive è sempre andato calando - ancora Bonetti -, giugno e luglio si confermano i periodi più critici". La siccità va ad appesantire un settore in sofferenza anche a causa dell’aumento del costo di concimi, carburanti e diserbanti. "Si rischiano conseguenze drammatiche anche per l’intero settore zootecnico - rimarca il presidente della Coldiretti - in una situazione in cui le aziende agricole e le filiere agroalimentari sono già minacciate dalle conseguenze post pandemia e della guerra. Siamo di fronte a una tempesta perfetta".