Cellulari, truffa milionaria: i clienti pagavano servizi che non avevano chiesto

Tre ex dirigenti Wind tra gli 11 indagati. Anche il procuratore capo Francesco Greco tra le vittime dei prelievi fraudolenti per abbonamenti mai fatti

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Soldi prelevati a tantissime persone e a loro insaputa. Cinque o dieci euro che, moltiplicate per l’alto numero di vittime, porta a cifre da capogiro. È una truffa imponente quella scoperta dalla Procura, consumata ai danni di migliaia di clienti delle tre più importanti compagnie telefoniche (Windtre, Vodafone e Tim) che si sono visti prelevare importi per servizi a pagamento come giochi, suonerie o oroscopo, senza aver mai dato il loro consenso. A squarciare il velo su una vicenda per cui tantissimi sono i consumatori danneggiati - e da anni - è l’inchiesta coordinata dal pm Francesco Cajani, dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, - pure lui caduto in passato nella rete truffaldina - e condotta dal Nucleo tutela privacy e frodi tecnologiche, guidato dal tenente colonnello Gian Luca Berruti. Francesco Greco ha raccontato di essere stato truffato come un qualsiasi utente di compagnie telefoniche.

Il magistrato si è accorto di aver pagato "20 euro al bimestre per acquisito di giochi con addebito a società off-shore con sede a Dubai", senza aver mai dato il consenso. "L’unica (amara) consolazione è che in questo tipo di operazioni a danno del consumatore c’è molta democrazia, perché può capitare a chiunque", ha raccontato Greco illustrando i risultati dell’inchiesta che ha portato ad iscrivere nel registro degli indagati il nome di 11 persone, tra cui tre ex dirigenti di Wind. "Faccio parte dell’80 per cento della popolazione che non controlla mai le bollette. Ed è su questo 80 per cento che si fondano poi questo tipo di attività", ha spiegato Greco. Alle notifiche sul suo smartphone si è accorto che ogni bimestre gli venivano prelevati i soldi per l’acquisto di giochi poi accreditati su società con sede a Dubai e con "il gestore che agiva come una sorta di incaricato di pagamento. "Mi sono attaccato al telefono - ha spiegato - e dopo un’ora sono riuscito a parlare con una persona di un call center che rispondeva dall’Albania.

Mi ha detto "è lei che dovrebbe inserire il blocco, ma tutto quello che ha fatto finora lo paga". Altra occasione, e altro operatore, ma stessa esperienza per Greco, costretto a pagare 80 euro per le telefonate fatte per prenotare il traghetto di rientro dalle vacanze alla Maddalena. "Il mio contratto - ha ricordato - non era esteso a tutti i numeri verdi. Il punto è che questi contratti sono fatti in modo che non si capisca nulla, ma soprattutto sono fatti in modo tale che prima scappano i buoi e dopo eventualmente l’utente, quando se ne accorge, può fermare ulteriori erogazioni".

Anna Giorgi

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