Celiachia, arriva l’app: la spesa si fa anche fuori Lombardia

E budget portabile in Toscana, Veneto e Lazio per 37.270 lombardi

IN PIAZZA Il governatore Fontana  e l’assessore Gallera con gli studenti dell’Afol A destra il professor Gian Vincenzo Zuccotti e sotto Gallera allo screening

IN PIAZZA Il governatore Fontana e l’assessore Gallera con gli studenti dell’Afol A destra il professor Gian Vincenzo Zuccotti e sotto Gallera allo screening

Milano, 22 ottobre 2018 - Una app per la celiachia, che dall’anno scorso non è più una malattia rara nemmeno per il servizio sanitario nazionale, ma cronica (si stima colpisca l’1% degli italiani, anche se due terzi non sanno di averla); e resta una malattia infiammatoria autoimmune, una reazione al glutine che distrugge la mucosa dell’intestino tenue. L’unica terapia diretta è eliminarlo dalla dieta. C’è una predisposizione genetica ma le variazioni nel mondo sono proporzionali soprattutto al consumo di cereali (come grano, orzo, segale) che contengono glutine. E il glutine, usato nell’industria alimentare anche come addensante, si può trovare in prodotti insospettabili (come la salsa di soia) ma si trova sicuramente nel pane, nella pasta, in altri cibi comunissimi come pizza e focacce, dolci e biscotti.

Ai celiaci diagnosticati il servizio sanitario pubblico rimborsa fino a un limite prestabilito i sostitutivi senza glutine di questo tipo di alimenti «perché sono considerati prodotti salvavita», chiarisce Isidoro Piarulli, presidente lombardo dell’Associazione italiana celiachia (Aic) che nel 2019 compie quarant’anni, e si è battuta contro il taglio scattato quest’anno, ottenendo che i budget fossero almeno calcolati sui prezzi più alti della farmacia e un’articolazione che riconosce il maggior bisogno calorico degli adolescenti. La mutua è uguale in tutta Italia, ma non il sistema di accesso. In molte regioni i pazienti hanno voucher spendibili solo nella propria Asl, mentre i celiaci lombardi – ad oggi 37.270 – sono i soli per i quali il servizio è da sei anni «dematerializzato»: i prodotti del nomenclatore nazionale si acquistano via pos con la Crs (la tessera sanitaria) e indipendentemente dall’Ats di residenza in tutta la regione, dove 2.884 farmacie, 156 negozi specializzati e 15 catene di supermercati con 713 punti vendita aderiscono al sistema. Il prossimo passo, illustrato dall’assessore al Welfare Giulio Gallera giovedì scorso con un evento nella piazza del palazzo della Regione, è la portabilità: a giugno tre Regioni hanno aderito per tre anni rinnovabili al servizio di Lombardia Informatica e i lombardi potranno “spendere” i budget anche in Toscana, Veneto e Lazio (e viceversa). Anche Sicilia e Friuli Venezia Giulia hanno mostrato interesse, e l’assessore alla Sanità Sonia Viale ha assicurato l’estensione alla Liguria entro un anno.

E adesso arriva Salutile No Glutine, la app già scaricabile sui principali store. È un sistema a due livelli, che permette a tutti (inclusi gli intolleranti al glutine, che non hanno un rimborso ma sono interessati ai cibi) di usare lo smartphone per individuare i punti vendita di prodotti mutuabili più vicini, e di riconoscerli dal codice a barre. E permette a chi ha un piano terapeutico anche di autenticarsi, per monitorare il proprio budget mensile e visualizzare il proprio codice per acquistare. Si può fare tutto questo anche per i propri figli. In futuro, spiega il direttore di Lombardia Informatica Roberto Soj, si potrà utilizzare l’app anche per spendere il proprio budget senza glutine via e-commerce. «E i celiaci non sono i soli pazienti cronici per i quali stiamo studiando soluzioni di questo tipo». 

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