C’è una "colonna infame" nell’atrio del Tribunale

Scoperta una stele contro le vittime innocenti di fanatismi e pregiudizi

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Una stele dedicata a Gian Giacomo Mora e a tutte le vittime innocenti di fanatismi e pregiudizi è stata scoperta ieri mattina nel grande atrio al primo piano del Palazzo di Giustizia vicino all’aula magna.

L’iniziativa, che cade nell’anniversario dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, è nata da un’idea della Casa del Manzoni poi sposata dall’Ordine degli Avvocati di Milano e condivisa dalla Corte d’Appello. Con questa stele si intende non solo restituire dignità a Gian Giacomo Mora ma anche ricordare ogni giorno l’ingiustizia subita dal protagonista del romanzo manzoniano "Storia della Colonna Infame", processato e condannato perché considerato "untore" nella Milano della peste nel 1630. Le parole incise sulla stele "eletta a codice di umanità dalla coscienza morale e civile di Alessandro Manzoni" e scoperta ieri alla presenza dei vertici degli uffici giudiziari milanesi riguardano Mora e "innocenti vittime in ogni tempo dei pregiudizi e dei fanatismi" e "restituiscono per sempre dignità e onore i responsabili difensori della giustizia e fedeli a illuminata lezione di Pietro Verri e di Cesare Beccaria".

Nel romanzo, Manzoni costruiva consapevolmente un lieto fine della storia ma, nella narrazione della cruda realtà, talvolta tragica, faceva ben prevalere nei suoi scritti le prevaricazioni e le strategie di coloro i quali per detenere il più a lungo possibile il dominio erano capaci di perpetrare qualsiasi nefandezza. Leonardo Sciascia, 40 anni fa, scrisse un’introduzione alla “Storia della colonna infame“ in cui metteva in guardia da quel pericolo sempre in agguato.

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