"C’è un lupo a terra sulla superstrada". La vita selvaggia alle porte di Milano

L’animale morto sulla Noviglio-Binasco recuperato dal Nucleo ittico venatorio. La conferma dell’Ats: non è un cane

Il lupo

Il lupo

Milano - "C’è un lupo in superstrada, sulla Noviglio-Binasco: è stato investito". La chiamata è arrivata a mezzogiorno in punto. Lo hanno trovato senza vita, a bordo strada, i carabinieri di Abbiategrasso che hanno avvisato il Niv, il Nucleo ittico venatorio della Città Metropolitana, in prima linea per salvare gli animali selvatici che si perdono in città e che sono in difficoltà o per il loro recupero. Cerbiatti incastrati nei cancelli dei condomini di Milano, cervi in via Gallarate e in via Tobagi, barbagianni rimasti imprigionati nei palazzi di vetro, cinghiali che "nuotavano" nei Navigli o che si aggiravano nei box di una palazzina: ne hanno viste di tutte in questi anni gli agenti.

Ma non si erano mai imbattuti in un lupo: finora mancava nei verbali dei 250 esemplari recuperati in media ogni anno tra Milano e i 132 Comuni dell’hinterland. Il lupo senza vita si trovava oltre il guardrail, al chilometro 2+200 della strada provinciale 30, nel territorio di Noviglio e sulla carreggiata che porta a Binasco. A causarne la morte è stato l’impatto con un veicolo: sull’asfalto erano ancora evidenti le tracce di sangue.

Che si trattava di un lupo vero, un maschio di giovane età, è stato appurato anche da un veterinario dell’Ats di Melegnano, arrivato sul posto per il riconoscimento della razza e per verificare se avesse o meno un microchip (non è stato trovato). Ora la carcassa è all’istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, in via Celoria, per le analisi del caso, anche al fine di verificare la presenza o meno della rabbia.

Da un anno si inseguono gli avvistamenti di lupi, dalle colline del Lecchese alla Bassa di Cremona. Tre anni fa un lupo era finito addirittura nella Darsena di Milano: in quel caso i vigili del fuoco erano riusciti a soccorrerlo e a salvare quello che inizialmente pensavano fosse un cane lupo cecoslovacco. Stava rischiando di annegare nelle acque che dal Naviglio Grande portano al centro, era stato avvolto nelle coperte e trasportato al canile sanitario dell’Ats metropolitana, per poi essere trasferito sull’Appennino tosco-emiliano, dove ha sede l’ospedale per i lupi. In campo erano scese anche le università di Bicocca e Pavia che avevano proceduto con i prelievi ematici e di pelo e che supportano il Parco del Ticino nel monitoraggio della specie, la cui presenza - fino a pochi anni fa - era solo ipotizzata.

Sino a 75 anni fa, infatti, la sua presenza anche nelle colline brianzole era appurata ma poi fu allontanato e cacciato: venivano offerte taglie a chi lo catturava. Poi il ritorno e i primi avvistamenti. Nel gennaio del 2021 un lupo solitario aveva fatto capolino nella zona della Valle Santa Croce a Missaglia, all’interno dei confini del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. E poi nelle campagne intorno a San Bassano, in provincia di Cremona, ai margini del paese.

A Bagnolo i carabinieri ne avevano filmato uno in mezzo alle case. E poco prima di Natale, nel Lodigiano, un cittadino aveva filmato un animale che aveva le sembianze del lupo nella zona del Chiosino, al confine col centro abitato. "Per diversi metri l’ho visto camminare sulla strada lungo la mia direzione. Ci siamo anche “guardati” per alcuni secondi e non mi sembrava sinceramente un cane", aveva raccontato l’uomo. Che sia lo stesso lupo, rimasto vittima dell’incidente stradale? Chissà. Quello che è certo è che è dal 2019 che nel Lodigiano è tornato un esemplare che non si vedeva da oltre 250 anni. E che diversi lupi sono stati filmati più volte da alcuni automobilisti in Valtellina - a una manciata di metri dalle case - mentre attraversavano una tangenziale per nulla spaventati dalle macchine che arrivavano ad alta velocità.

 

 

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