Castano, carcassa di animale nel giardino di casa: sindaco di nuovo nel mirino

La carcassa di un animale nel giardino di casa: il sindaco Pd Pignatiello bersaglio dell’ennesimo atto intimidatorio

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di Christian Sormani

Una carcassa di un animale morto nel giardino di casa. Altra intimidazione in stile mafioso per Giuseppe Pignatiello, sindaco di Castano Primo. "Purtroppo per l’ennesima volta un orrendo episodio che non auguro a nessuno, che vilmente ha colpito la mia famiglia e il sottoscritto. Ho riflettuto a lungo chiedendomi se fosse giusto rendere pubblico l’episodio ma visto che purtroppo i tentativi di spaventarmi continuano senza tregua ho ritenuto corretto denunciare" si è sfogato il primo cittadino che poi ha aggiunto: "Ho rinvenuto un macabro, davvero macabro messaggio intimidatorio lasciato in casa mia, proprio davanti alla finestra. Come sempre ho segnalato subito alle forze dell’ordine l’accaduto, e non finirò mai di ringraziarli per il lavoro che svolgono ogni giorno con impegno senza pari".

Pignatiello poi punta il dito contro Casapound: "Ormai in questi sei anni mi hanno minacciato una dozzina di volte, ed il mio unico rammarico è che a vivere questo terrorismo disgustoso è soprattutto la mia famiglia e guarda caso, pochi giorni dopo una mia presa di posizione in merito ai fatti del settembre 2015, mi ritrovo a dover fare i conti con nuove intimidazioni contro di me". A sostegno del sindaco è sceso in campo anche il Partito Democratico con in prima linea il segretario del Pd Lombardo, Vinicio Peluffo: "A nome di tutto il partito democratico lombardo voglio esprimere vicinanza e solidarietà al sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, per le minacce ricevute. In attesa che gli inquirenti scovino i responsabili di simili atti vili, ribadiamo che non soccomberemo mai di fronte alla violenza e alla cultura della prevaricazione e del ricatto. Noi denunceremo sempre". La lista di vandalismi ed intimidazioni ai danni del sindaco di Castano è lunga. A settembre dell’anno scorso si è ritrovato con le gomme dall’auto tagliate. "Mi ritrovo oltre a questa minaccia macabra, anche striscioni sui cavalcavia con le provocazioni del solito gruppuscolo di esaltati, come successo più volte e su cui più volto ho visto il mio nome sbeffeggiato. Io non ho paura, io continuerò a denunciare a testa alta e schiena dritta, perché non ho nulla da temere...".

Il braccio di ferro con Casapound è iniziato tempo addietro, nel 2015, quando lo stesso sindaco aveva concesso e poi revocato la struttura di via Olimpiadi che sarebbe servita per ospitare una festa da parte di una associazione riconducibile all’estrema destra. La richiesta per l’area feste era arrivata dall’associazione sportiva “La Focosa“. Il sindaco aveva così revocato l’autorizzazione concessa ad agosto, rifiutandosi di consegnare le chiavi dell’area nelle mani degli attivisti di Casa Pound. Da lì un caso politico che ha oltrepassato i confini del piccolo paese, andando a finire alla procura di Busto Arsizio, con tanto di relazione dettagliata da parte del primo cittadino.

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