Caso Genovese, domani la sentenza

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MILANO

Arriverà domani la sentenza in abbreviato che giudicherà, con sconto di un terzo della pena, la condotta di Alberto Genovese, accusato di due violenze sessuali. I consulenti dell’ex guru delle startup hanno depositato una perizia che parla di "grave vizio di mente dovuto all’abuso di sostanze stupefacenti" che avrebbe generato una incapacità dell’ex bocconiano al momento dello stupro. I consulenti e i legali della vittima, la 18enne legata e violentata per venti ore sotto l’effetto di benzodiazepine, hanno parlato invece, di danni fisici e psicologici permanenti, a seguito di una violenza "disumana" che le avrebbe procurato una invalidità accertata del 40% e le impedirebbe ormai di lavorare nel mondo della moda. La giovane, difesa dall’avvocato Luigi Liguori, stando alle parole del suo legale, sarebbe caduta in un forte stato depressivo che le impedirebbe di tornare a una vita normale. Sarebbe stata, inoltre, completamente compromessa la sua avviata carriera da modella. Il team di legali dello studio Isolabella, che difende Genovese, puntano su una super consulenza di 36 pagine, firmata dai professori Pietro Pietrini e Giuseppe Sartori in cui si evidenzia per l’ex manager una "compromissione delle capacità di interazioni sociali e di empatia al netto di una capacità intellettuale superiore alla norma". E ancora si legge nelle carte: "Una fragilità emotiva-affettiva in un quadro di tratti Asperger aggravato da un abuso di sostanze stupefacenti". Il racconto reso da Genovese agli psichiatri è riportato a stralci nella perizia: "Nel 2019 e nel 2020 ero drogato marcio la cocaina aveva preso il sopravvento sulla mia vita, non distinguevo più la realtà dalle allucinazioni. Ad esempio vedevo robottini gialli che costruivano il soffitto fino a farne una cupola. Poi mi ero convinto che il mio migliore amico avesse schiacciato tutte le dita della mia fidanzata Sarah e che fossero rimaste tutte rovinate. La realtà per me era che lei avesse le dita fratturate. Invece erano mani sane, ma nessuno riusciva a convincermi del contrario". Anna Giorgi

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