Cascina Monterobbio “autogestita”, un luogo della vecchia Milano da salvare

Nella vecchia corte resistono il circolo degli anziani e alcune famiglie La Lega: "Sta crollando. Intervenire". Il Municipio 6 annuncia un nuovo bando

Milano - Tre bandi andati deserti e un futuro da definire. Intanto l’antica Cascina Monterobbio di via San Paolino al quartiere Barona, alle porte del Parco Agricolo Sud, di proprietà del Comune, è sempre più ammalorata ma resta un punto di riferimento per i cittadini, presidiata da un gruppo di anziani che tengono vivo il circolo culturale Virgilio Ferrari nella porzione affacciata sulla strada, alcune famiglie e artigiani sul retro (c’è chi ripara bici e mobili) con in mano contratti scaduti o senza titolo.

Tutto resta in sospeso in attesa di una rigenerazione. In questo luogo si colgono le tracce di una Milano antica, rurale, che contrappone il passo lento delle stagioni alla frenesia di un mondo che cambia, forse troppo in fretta. Realizzata tra il Cinquecento e il Seicento (compare nei censimenti del 1597 come proprietà delle monache di Fonteggio), con due corti nate per funzioni diverse, abitazioni e attività rustiche, è tutelata da un vincolo storico-artistico e ha accolto nella sua storia personaggi illustri come il pittore Francesco Hayez, secondo alcuni l’autore degli affreschi che ornano alcune pareti, e Napoleone Bonaparte.

Peccato che il sito sia sempre più malconcio: foto scattate dall’interno, nella porzione non utilizzabile, mostrano parte del tetto sfondato, accumuli di materiale crollato, crepe e degrado dovuto a invasioni di piccioni. Ma tutto il complesso soffre la mancata manutenzione. I cittadini che utilizzano le parti agibili si danno da fare come possono: al circolo Virgilio Ferrari, l’eredità dell’ex presidente Silvestro Della Rocca è stata raccolta dai figli e dagli habituè che animano lo spazio “autogestito“. Per anni, poi, negli appartamenti affacciati sul cortile hanno vissuto famiglie quasi tutte trasferite in case popolari. "Noi abbiamo vissuto qui per 37 anni – racconta Lina E. – e tuttora ritorniamo; io e mio marito siamo diventati come dei “guardiani“. Insieme a nostra figlia, di 30 anni, e alle altre famiglie, presidiamo il sito".

Nei giorni scorsi i consiglieri leghisti Massimiliano Bastoni, della Regione, Alessandro Verri (comunale) e Piermario Sarina, del Municipio 6, hanno svolto un sopralluogo. E attaccano: "Un bene che rappresenta la storia della nostra città è abbandonato da anni e non è stato inserito tra quelli da recuperare utilizzando anche le risorse del Pnrr. Abbiamo chiesto in Municipio di valorizzare l’immobile con un nuovo servizio: un Cag, Centro di aggregazione giovanile". "Mi auguro che la segnalazione serva a smuovere le acque", aggiunge Giuseppe Goldoni, ex consigliere di Municipio 6. Ma "su questo immobile – dichiara Santo Minniti, presidente del Municipio 6, di centrosinistra – l’attenzione è alta: 6 mesi fa abbiamo chiesto che 400mila euro derivanti da oneri di urbanizzazione di un intervento edilizio in zona siano destinati alla messa in sicurezza della cascina. Non solo: da mesi stiamo effettuando sopralluoghi col Comune per predisporre un nuovo bando, da pubblicare entro l’anno, per il recupero. Alcuni soggetti hanno già manifestato interesse. La Lega ne è già al corrente. Temo che l’intento sia quello di “piantare bandierine“".

L’obiettivo è mantenere la vocazione di aggregazione sociale, promuovere l’agricoltura a chilometro zero e la funzione di ospitalità, magari con uno studentato o un pensionato. La speranza è che la prossima sia la volta buona.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro