Minorenni e l'allarme suicidi: "Casi di autolesionismo raddoppiati con la pandemia"

Il procuratore Ciro Cascone: ho sollevato il problema con la Regione, servono più risorse per interventi sanitari e di prevenzione

Il procuratore presso il Tribunale per i minorenni Ciro Cascone

Il procuratore presso il Tribunale per i minorenni Ciro Cascone

Milano - Un raddoppio dei casi, arrivati sul tavolo della Procura, di autolesionismo e dei tentativi di suicidio fra i minorenni, fino a gesti sfociati in più tragiche conseguenze. Sintomi di un "malessere profondo" fra i giovanissimi, che inizia a manifestarsi già nella preadolescenza. Ciro Cascone, procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Milano, lancia l’allarme sulle conseguenze a lungo termine di un’emergenza sanitaria che ha innescato una crisi profonda fra i ragazzi: "Per alcuni il lockdown non è mai finito, ed è difficile trovare una via d’uscita".

Procuratore Cascone, gli ultimi tre casi nel Milanese sono l’ennesimo campanello d’allarme. "Ogni caso è differente ma, in generale, stiamo assistendo a una profonda sofferenza dei giovani, con disagi già esistenti amplificati dalla pandemia".

Le scuole sono riaperte e stiamo vivendo un graduale ritorno alla normalità. Come legge questa fase? "I giovani che hanno sofferto maggiormente per le restrizioni, chiudendosi in se stessi e aumentando le ore trascorse davanti a uno schermo, fanno fatica a riprendere una vita normale. Il problema non è solo la scuola, ma anche tutte le attività collaterali che si sono interrotte e faticano a ripartire. Per un adolescente il tempo è fondamentale, e per tanti di loro questo periodo è bruciato, gettato via".

Quali sono i possibili rimedi? "Nessuno ha la bacchetta magica ma sicuramente serve una maggiore attenzione verso i giovani e spazi fisici, non solo virtuali. Un’alleanza fra scuola, politica, sanità e tutto il mondo che ruota attorno ai ragazzi".

Il fenomeno delle baby gang ha assunto contorni preoccupanti a Milano. Registrate un aumento dei reati commessi dai giovani? "C’è stato di sicuro un incremento dei comportamenti devianti, rapine a violenze che sfogano una rabbia repressa. Ma ancora più preoccupante è l’aumento dei casi di autolesionismo e i tentativi di suicidio. Rispetto agli anni precedenti alla pandemia sono sostanzialmente raddoppiati, nel territorio di nostra competenza. Ho sollevato il problema anche durante un incontro con l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, invitando a non sottovalutare il fenomeno. Servirebbero più risorse in ambito sanitario e per la prevenzione, più neuropsichiatrie infantili e comunità per ragazzi in situazioni di disagio. L’assessore si è interessata alla questione, attendiamo una risposta concreta".

Come si inserisce, in questo quadro, il fenomeno delle sfide online e il cyberbullismo? "Sono fenomeni preoccupanti che indicano, ancora una volta, la solitudine dei ragazzi nel mondo digitale. Lasciare uno smartphone in mano a un bambino di 10 anni, consentirgli di accedere da solo ai social network, è come permettergli di guidare una macchina. Spesso i genitori non si rendono conto del pericolo, perché su internet si trova di tutto. Per questo servirebbero percorsi educativi in primo luogo per i genitori. Questi problemi non vanno sottovalutati, perché i disagi che nascono nell’infanzia e nell’adolescenza rischiano di essere trascinati nell’età adulta".