Case occupate, i regolari bloccano il raid abusivo

Via Civitali 4, venti inquilini contro un gruppo di rom. "Abbiamo paura"

Un blitz dei carabinieri

Un blitz dei carabinieri

Milano, 5 giugno 2018 È successo ancora. Dopo la rivolta anti-abusivi dello scorso settembre, gli inquilini regolari di via Civitali si sono ribellati di nuovo a chi ha cercato di occupare impunemente case vuote senza averne alcun diritto. Cambia il civico, dal 30 di qualche mese fa al 4 di domenica sera, ma la sostanza no: gli onesti hanno fatto fronte comune per respingere gli irregolari. Un segnale di insofferenza all’illegalità due volte più importante perché lanciato a gran voce dalla strada della zona San Siro particolarmente complicata e inserita di recente dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblico tra quelle che presto verranno interessate da sgomberi e azioni di forza anti-degrado.

Stiamo ai fatti. Ore 22.30 dell’altroieri, scala D. Lì c’è un’abitazione libera da tempo e mai riassegnata, con l’ingresso protetto da una lastra metallica. Un bersaglio che fa gola a chi è sempre a caccia di luoghi da invadere: negli ultimi mesi, racconta chi ci abita vicino, è già stato preso di mira due volte. A un certo punto, si presenta sul pianerottolo un gruppo di persone di etnia rom: ci sono due uomini armati di piede di porco, un ragazzino e tre donne con otto bambini al seguito. Il rumore richiama tre-quattro residenti, che scendono al piano e cercano di impedire che l’ennesima occupazione diventi realtà: «Smettetela o chiamiamo il 112». Niente da fare. L’assalto prosegue, fin quando un pezzo di lastra colpisce accidentalmente alla testa una delle occupanti abusive; la situazione si fa sempre più tesa, così i nomadi spariscono per qualche minuto, rintanandosi in fondo al cortile. Poi, però, tornano alla carica. Stavolta, però, trovano ad attenderli un gruppo ben più nutrito di inquilini regolari: sono una ventina, e qualcuno di loro ha già allertato le forze dell’ordine. Una delle donne rom mette in chiaro le cose: «Io questa casa l’ho pagata e quindi ci entrerò, in un modo o nell’altro...», urla facendo riferimento a un non meglio specificato versamento di soldi.

Il clima si surriscalda sempre di più, tanto che all’improvviso il ragazzino mostra alla folla un coltello: non gli serve per aggredire qualcuno, solo per mettere paura. Già, la paura. È quella che a un tratto prova la comitiva di abusivi quando sente il suono sempre più insistente e vicino delle sirene del Radiomobile: la fuga è immediata, i militari non trovano nessuno al loro arrivo. Tutto finito? Per adesso. I residenti onesti non si fidano, anche perché gli abusivi hanno continuato a girare in zona fino a tarda notte, chi a piedi chi in camper. Sono gli stessi che girovagano nel quartiere la mattina e che adesso un’anziana che preferisce rimanere anomina ha il timore di incrociare mentre va a fare la spesa: «Ci hanno visti tutti in faccia, la situazione non è affatto semplice da gestire».

 

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